Principati

Principati

Forme di governo personale originatesi sul finire del secolo XIV per evoluzione delle maggiori Signorie [vedi] italiane, in seguito all’attribuzione al signore da parte dell’imperatore del titolo di duca o principe.
Il processo di organizzazione territoriale, che trasformò comuni [vedi Comune medievale] e Signorie regionali in veri e propri Stati sovraregionali e dinastici, si concluse con la pace di Lodi (1454), che diede alla penisola l’assetto che mantenne fino alla fine del ’700.
Grandi entità di questo genere si affermarono in Italia intorno ai Savoia, a Ferrara, Milano, Venezia, Roma, Firenze e Napoli.
Ai principi, membri della gerarchia feudale facente capo all’imperatore, spettavano non solo ampi poteri legislativi e giurisdizionali ma una vera e propria investitura del territorio di dominio.
Rispetto al governo delle Signorie, i (—) furono caratterizzati dall’esercizio di una politica maggiormente accentratrice ed assolutistica. Fonte primaria del diritto era la voluntas principes espressa nella legge e qualsiasi altra fonte, per potersi considerare valida, necessitava dell’approvazione espressa del principe. Quest’ultimo avocò a sè il diritto di fare guerra, di amministrare la giustizia e di riscuotere le tasse. In definitiva, i principi furono titolari di funzioni sovrane identiche a quelle dell’imperatore, sebbene ne riconoscessero la supremazia. I rapporti tra imperatore e principi venivano regolati da norme di diritto feudale.