Pepone (o Pepo)
Pepone (o Pepo) (XI secolo)
Giureconsulto bolognese. La figura di (—) è tra le più misteriose nella storia del diritto, ancor più di quella di Irnerio [vedi].
Secondo il racconto fatto da Odofredo Denari [vedi] ai suoi discepoli, l’iniziatore dello studio e dell’insegnamento del diritto romano a Bologna fu (—). Il giudizio di Odofredo era tuttavia severo, in quanto la figura di (—) appare quella di uno studioso mediocre, mentre in ben altra luce è posta quella di Irnerio.
Il nome di (—) ricorre, in qualità di legis doctor, nel placito di Marturi (1076), che costituisce la prima citazione del Digesto [vedi] in un documento processuale medievale. In un placito di Enrico IV in Lombardia (intorno al 1080), (—) intervenne in un caso di omicidio, citando le Institutiones Iustiniani [vedi].
Lo stesso nome appare in un libello (1090 circa) di Gualfredo, futuro vescovo di Siena, concernente il rapporto tra Chiesa ed impero. Egli è citato come “ ... Pepo claro Bononiensium lumine”.
Taluni hanno voluto identificare (—) con l’autore del libello filoimperiale Defensio Heinrici IV regis (1084 circa), tradizionalmente attribuito ad un non meglio precisato Pietro Crasso.
Giureconsulto bolognese. La figura di (—) è tra le più misteriose nella storia del diritto, ancor più di quella di Irnerio [vedi].
Secondo il racconto fatto da Odofredo Denari [vedi] ai suoi discepoli, l’iniziatore dello studio e dell’insegnamento del diritto romano a Bologna fu (—). Il giudizio di Odofredo era tuttavia severo, in quanto la figura di (—) appare quella di uno studioso mediocre, mentre in ben altra luce è posta quella di Irnerio.
Il nome di (—) ricorre, in qualità di legis doctor, nel placito di Marturi (1076), che costituisce la prima citazione del Digesto [vedi] in un documento processuale medievale. In un placito di Enrico IV in Lombardia (intorno al 1080), (—) intervenne in un caso di omicidio, citando le Institutiones Iustiniani [vedi].
Lo stesso nome appare in un libello (1090 circa) di Gualfredo, futuro vescovo di Siena, concernente il rapporto tra Chiesa ed impero. Egli è citato come “ ... Pepo claro Bononiensium lumine”.
Taluni hanno voluto identificare (—) con l’autore del libello filoimperiale Defensio Heinrici IV regis (1084 circa), tradizionalmente attribuito ad un non meglio precisato Pietro Crasso.