Machiavelli Niccolò

Machiavelli Niccolò (Firenze 1469-1527)

Filosofo, politico e storico italiano.
Segretario del governo repubblicano di Firenze, compì diverse missioni diplomatiche, soprattutto per Cesare Borgia Alla caduta della Repubblica (1512) fu arrestato ed esiliato dai Medici. A San Casciano scrisse le sue opere maggiori, fra le quali: Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio (1513), Il principe (1513), Dell’arte della guerra (1519-20), la Vita di Castruccio Castracani (1520). Rientrato a Firenze nel 1520, ebbe l’incarico dai Medici di scrivere le Istorie fiorentine. Al nuovo avvento della Repubblica, si ritirò a vita privata.
Seguendo la verità effettuale, cioè la verità effettiva delle cose, e non l’immaginazione egli si sforzò di trattare in maniera nuova la politica.
Partendo dal postulato dell’immutabilità della natura umana, (—) vide negli Stati presenti e passati (Repubbliche e Monarchie), degli esempi per quanti vogliono governare, su come si acquisisce la sovranità, come la si conserva, come la si perde. Il potere doveva sforzarsi di “mantenere lo stato” contro le pressioni interne ed esterne.
(—) ricondusse tutti i poteri alla resistenza di fronte alla possibile distruzione. L’autorità è così sostituita dalla strategia del potere.
(—) pose la distinzione tra politica e morale. L’autonomia della politica propugnata lo può far considerare il fondatore di una nuova etica realistica. All’interno di questa versione si inserisce l’illusione legata all’idea di un risveglio patriottico italiano, reso possibile dall’unione intorno a un capo eccezionale.
Nei Discorsi (—) riprese la classica analisi delle forme di governo e affermò la superiorità della forma mista, per cui il Principe, i grandi e il popolo governano insieme lo Stato. Per tale motivo (—) esaltò la Roma repubblicana.
Sia ne Il Principe, sia nei Discorsi, (—) vide nella politica l’azione della volontà, della passione, dell’intelligenza.