Libri carolini
Libri carolini
Trattato attribuito a Carlo Magno [vedi] ma la cui vera paternità è forse da ascriversi al primo dei suoi consiglieri, Alcuino.
L’intento dei (—) era quello di polemizzare con l’impero di Bisanzio e rigettare le conclusioni alle quali era pervenuto il concilio di Nicea del 787. I 22 canoni [vedi canone] di tale concilio erano stati tradotti ad opera del bibliotecario Anastasio dal greco al latino e proprio la traduzione aveva cagionato una serie di equivoci e di opposizioni da parte dell’ambiente carolingio. A destare scalpore fu soprattutto l’affermazione secondo cui gli imperatori orientali governavano insieme con Dio (symbasileuon).
Nei (—) si legge, invece, che nessun imperatore può credere di coimperare con Dio perché tra Dio e l’impero vi è un abisso, che Dio è colui il quale attribuisce la sovranità all’imperatore e l’impero non esisterebbe se non vi fosse Dio.
Trattato attribuito a Carlo Magno [vedi] ma la cui vera paternità è forse da ascriversi al primo dei suoi consiglieri, Alcuino.
L’intento dei (—) era quello di polemizzare con l’impero di Bisanzio e rigettare le conclusioni alle quali era pervenuto il concilio di Nicea del 787. I 22 canoni [vedi canone] di tale concilio erano stati tradotti ad opera del bibliotecario Anastasio dal greco al latino e proprio la traduzione aveva cagionato una serie di equivoci e di opposizioni da parte dell’ambiente carolingio. A destare scalpore fu soprattutto l’affermazione secondo cui gli imperatori orientali governavano insieme con Dio (symbasileuon).
Nei (—) si legge, invece, che nessun imperatore può credere di coimperare con Dio perché tra Dio e l’impero vi è un abisso, che Dio è colui il quale attribuisce la sovranità all’imperatore e l’impero non esisterebbe se non vi fosse Dio.