Leviatano

Leviatano

Titolo di un’opera di Thomas Hobbes [vedi Hobbes Thomas] pubblicata nel 1651, il cui titolo originale è Leviathan on The Matter, Form and Power of a Common-Wealth Ecclesiastical and Civil. L’espressione (—) riprende il mostro marino descritto nel Libro di Giobbe (40, 25-32). Hobbes se ne serve per indicare lo Stato (Common-Wealth).
L’opera è divisa in quattro parti, dedicate all’uomo, allo Stato, allo Stato cristiano e al regno delle tenebre. Per Hobbes l’uomo è un corpo naturale che produce corpi artificiali. Tra questi vi è lo Stato.
Nello stato di natura vige la guerra di tutti contri tutti (bellum omnium contra omnes) in cui l’uomo è lupo per l’altro uomo (homo homini lupus). Pertanto si rende necessaria la stipulazione di un patto sociale, da cui nasce lo Stato. Il sovrano (monarca o assemblea) dispone di tutti i poteri. La disubbidienza dei sudditi è giustificata solo nel caso in cui il sovrano venga meno ai suoi compiti (garantire la pace interna e l’integrità dei singoli).
Hobbes parla quindi di un “potere che non ha rivali sulla terra” utilizzando la metafora del mostro biblico. Sul frontespizio della prima edizione è riprodotto un gigantesco profilo umano, formato da una serie di teste, che con una mano impugna una spada e con l’altra un bastone vescovile. Nella parte inferiore del frontespizio una sequenza di piccoli riquadri va degradando versi i luoghi del conflitto, che si aprono come voragini al di sotto della città sovrastata dal (—): vi vengono raffigurati una battaglia e un concilio.
In un’opera successiva, Behemot (comparsa postuma nel 1682) Hobbes utilizza invece la figura dell’omonimo mostro terrestre per indicare quelli che gli appaiono come i nemici del (—): il fanatismo e l’anarchia.