Legge salica

Legge salica

Complesso di norme personali risalenti al diritto dei Franchi [vedi] salici, e condotte con essi durante l’invasione delle zone settentrionali dell’Italia. Il suo nucleo è costituito dal Pactum legis salicae di Clodoveo [vedi] promulgato tra il 486 e il 498. Comprendeva originariamente 65 titoli.
Successivamente esso fu integrato con altre disposizioni, contenute nei Capitularia legis salicae [vedi Capitolare] di Carlo Magno [vedi] e dei suoi successori.
La maggior parte delle norme in essa contenute fissava le composizioni pecuniarie relative a diversi fatti illeciti: in tal modo si cercava di evitare il ricorso alla faida [vedi]. La (—) testimonia la radice pagana dei Franchi: il culto principale è quello dei morti. L’unico delitto punito pubblicamente era la violazione del sepolcro, che aveva come conseguenza l’esclusione del colpevole dalla comunità. Poco numerose erano le norme civilistiche, le quali mostravano la posizione di inferiorità della donna all’interno della famiglia. Ella era esclusa dalla titolarità fondiaria e poteva solo ricevere dei beni mobili nella successione del padre, e in mancanza di fratelli.
Da tale disposizione è stata fatta derivare in epoca moderna, in diverse monarchie europee, l’esclusione della donna dalla successione al trono. Tale norma fu modificata dalla Prammatica sanzione [vedi] di Carlo VI (1713). L’avvento al trono di Maria Teresa d’Asburgo (1740) fu all’origine della guerra di successione austriaca, conclusasi con la pace di Aquisgrana [vedi Aquisgrana (pace di)]. Tale principio d’esclusione, accolto anche dallo Statuto albertino [vedi], è assente nei paesi anglosassoni, dove la legge borgognona [vedi Lex Burgundionum] prevede la possibile successione al trono anche delle donne.