Irnerio
Irnerio (? 1060 ca - 1130 ca)
Famoso giureconsulto bolognese, al quale si deve la restaurazione del diritto romano in Occidente. Fondatore della più prestigiosa scuola del diritto medievale, la scuola di Bologna, detta anche dei Glossatori [vedi], è un personaggio che è entrato nella leggenda, grazie alla sua attività di interprete e teorico del diritto.
Fu insegnante a Ravenna e a Bologna, nonché causidico [vedi]. Sicure tracce della sua poco nota esistenza sono alcuni documenti datati 28 giugno 1112 e 10 dicembre 1125, che testimoniano i suoi rapporti con la curia pontificia, con la contessa Matilde di Canossa e l’imperatore Enrico V di Franconia [vedi].
Di lui ci è pervenuta una descrizione da parte di un professore bolognese del secolo XIII, Odofredo Denari [vedi], il quale raccontava ai suoi studenti che un certo Irnerius, maestro di arti liberali (aritmetica, geometria, astronomia, grammatica, retorica, dialettica e musica) al tempo in cui a Bologna erano giunti i libri legales (copie in pergamena delle leggi di Giustiniano), iniziò a leggere quei libri per trovare risposte alle sue domande ed ai suoi problemi e, contemporaneamente, ad insegnarli ai suoi allievi. L’attività di (—) si sostanziava nella esplicazione dei testi oscuri delle leggi con brevi annotazioni a margine, ossia con le glosse [vedi glossa] e ciò gli valse la fama di rischiaratore del diritto (lucerna iuris).
Grazie ad (—) vennero riportate alla luce tutte le leggi di Giustiniano I [vedi]; fu dato ordine alle pergamene sparse e si fece chiarezza sulle parole o sui passi difficilmente intellegibili. Per la prima volta venne attribuita primaria importanza al Digesto [vedi] accanto ai primi nove libri del Codex [vedi Corpus iuris civilis], mentre passarono in secondo piano le Institutiones [vedi Institutiones Iustiniani].
Famoso giureconsulto bolognese, al quale si deve la restaurazione del diritto romano in Occidente. Fondatore della più prestigiosa scuola del diritto medievale, la scuola di Bologna, detta anche dei Glossatori [vedi], è un personaggio che è entrato nella leggenda, grazie alla sua attività di interprete e teorico del diritto.
Fu insegnante a Ravenna e a Bologna, nonché causidico [vedi]. Sicure tracce della sua poco nota esistenza sono alcuni documenti datati 28 giugno 1112 e 10 dicembre 1125, che testimoniano i suoi rapporti con la curia pontificia, con la contessa Matilde di Canossa e l’imperatore Enrico V di Franconia [vedi].
Di lui ci è pervenuta una descrizione da parte di un professore bolognese del secolo XIII, Odofredo Denari [vedi], il quale raccontava ai suoi studenti che un certo Irnerius, maestro di arti liberali (aritmetica, geometria, astronomia, grammatica, retorica, dialettica e musica) al tempo in cui a Bologna erano giunti i libri legales (copie in pergamena delle leggi di Giustiniano), iniziò a leggere quei libri per trovare risposte alle sue domande ed ai suoi problemi e, contemporaneamente, ad insegnarli ai suoi allievi. L’attività di (—) si sostanziava nella esplicazione dei testi oscuri delle leggi con brevi annotazioni a margine, ossia con le glosse [vedi glossa] e ciò gli valse la fama di rischiaratore del diritto (lucerna iuris).
Grazie ad (—) vennero riportate alla luce tutte le leggi di Giustiniano I [vedi]; fu dato ordine alle pergamene sparse e si fece chiarezza sulle parole o sui passi difficilmente intellegibili. Per la prima volta venne attribuita primaria importanza al Digesto [vedi] accanto ai primi nove libri del Codex [vedi Corpus iuris civilis], mentre passarono in secondo piano le Institutiones [vedi Institutiones Iustiniani].