Innocenzo III
Innocenzo III (Anagni 1160 ca - Perugia 1216)
Papa, al secolo Lotario dei Conti di Segni. Occupò la cattedra pontificia dal 1198 al 1216. Svolse una vasta azione politica e religiosa, tesa ad affermare l’autorità del papato nel contesto politico-sociale dell’impero e dei nascenti Stati nazionali. In questa ottica egli configurava il pontefice quale rappresentante di Cristo in terra, dotato di poteri sovrani e sacerdotali insieme. Secondo (—) al pontefice spettava la pienezza dei poteri sia nei rapporti con gli altri vescovi, sia nei rapporti con i sovrani; gli competeva, inoltre, un diritto d’intervento sulle decisioni regie che recassero nocumento all’osservanza della legge divina.
Alla morte dell’imperatore Enrico VI (1197) egli impose la propria partecipazione alla nomina del successore e con fermezza si adoperò affinché venissero restituiti alla Chiesa cattolica i beni situati in Sicilia ed in Italia centrale, gettando in tal modo le basi per il consolidamento dello Stato pontificio [vedi].
Incoronò imperatore Ottone IV (1209) ma poi lo scomunicò, contrapponendogli Federico II di Svevia [vedi], dal quale pretese in omaggio i domini siciliani.
Attuò, inoltre, la riforma morale e disciplinare della Chiesa. Approvò i nuovi ordini dei domenicani e dei francescani; bandì la IV crociata [vedi Crociate] per la riconquista dei luoghi sacri e la crociata contro gli Albigesi e gli eretici in generale.
Papa, al secolo Lotario dei Conti di Segni. Occupò la cattedra pontificia dal 1198 al 1216. Svolse una vasta azione politica e religiosa, tesa ad affermare l’autorità del papato nel contesto politico-sociale dell’impero e dei nascenti Stati nazionali. In questa ottica egli configurava il pontefice quale rappresentante di Cristo in terra, dotato di poteri sovrani e sacerdotali insieme. Secondo (—) al pontefice spettava la pienezza dei poteri sia nei rapporti con gli altri vescovi, sia nei rapporti con i sovrani; gli competeva, inoltre, un diritto d’intervento sulle decisioni regie che recassero nocumento all’osservanza della legge divina.
Alla morte dell’imperatore Enrico VI (1197) egli impose la propria partecipazione alla nomina del successore e con fermezza si adoperò affinché venissero restituiti alla Chiesa cattolica i beni situati in Sicilia ed in Italia centrale, gettando in tal modo le basi per il consolidamento dello Stato pontificio [vedi].
Incoronò imperatore Ottone IV (1209) ma poi lo scomunicò, contrapponendogli Federico II di Svevia [vedi], dal quale pretese in omaggio i domini siciliani.
Attuò, inoltre, la riforma morale e disciplinare della Chiesa. Approvò i nuovi ordini dei domenicani e dei francescani; bandì la IV crociata [vedi Crociate] per la riconquista dei luoghi sacri e la crociata contro gli Albigesi e gli eretici in generale.