Hume David

Hume David (Edimburgo 1711-1776)

Filosofo scozzese. Dopo gli studi a Edimburgo, dove prese contatto con la filosofia newtoniana, si recò in Francia (1734). Qui iniziò la realizzazione del suo programma: lo studio della natura umana, che (—) intese porre alla base di ogni verità.
Tra il 1739 e il 1740 videro la luce, tra l’indifferenza generale, tre libri del Trattato sulla natura umana. Per (—) le associazioni tra le idee avvengono in base a tre principi: somiglianza, contiguità (nel tempo e nello spazio), causalità. La relazione di causa ed effetto non è ricavabile a priori, ma solo attraverso l’esperienza. Solo quest’ultima e l’abitudine consentono di porre in relazione la causa e l’effetto.
(—) non crede a leggi naturali, eterne, indipendenti dalla società. Le leggi naturali sono convenzioni: il fondamento del governo è nell’abitudine; gli uomini rispettano gli obblighi perché vi sono abituati e perché questo è nel loro interesse. Per (—) l’utilità è la sola misura delle istituzioni.
Nei Discorsi politici (1752) affrontò molte questioni economiche e politiche: la sua difesa del libero scambio influenzerà Adam Smith. Inoltre criticò la teoria contrattualistica [vedi Contrattualismo], propugnò una Repubblica censitaria e federale.
Postumi apparvero i Dialoghi sulla religione naturale (scritti tra il 1751 e il 1766, pubblicati nel 1779), nei quali si oppose alla pretesa di dimostrare l’esistenza di Dio attraverso i procedimenti della teologia naturale. Per il filosofo scozzese la presenza del male nel mondo è sufficiente a negare l’esistenza di una Provvidenza divina.
Altre opere: Ricerca sull’intelletto umano (1748), Ricerca sui principi della morale (1751), le quali sono rielaborazioni del Trattato; Storia d’Inghilterra dall’invasione di Giulio Cesare all’ascesa di Enrico VII (1754-1762).