Guglielmo di Occam (o Ockam)
Guglielmo di Occam (o Ockam) (Ockam 1280/1290 - Monaco di
Baviera 1349/1350)
Filosofo inglese. Francescano, studiò e insegnò ad Oxford. Nel 1324 venne convocato ad Avignone, per alcune dottrine sospette contenute nel suo Commentario alle Sentenze. Rimase coinvolto nella polemica tra Giovanni XXII e il generale dei francescani Michele da Cesena, in merito alla povertà dell’ordine (e della Chiesa). Schieratosi contro il papa, fu colpito da scomunica, e si rifugiò presso la corte dell’imperatore Ludovico il Bavaro. Scrisse il Dialogus e il Breviloquium de principatu tyrannico.
(—) ebbe posizioni critiche nei confronti della Chiesa, pur senza arrivare al radicalismo di Marsilio da Padova [vedi]: (—) non mirò a cancellare la Chiesa dallo Stato, ma a separare i due poteri. (—) procedette ad una precisa relativizzazione dell’autorità papale. Quest’ultima non poteva influire sulle libertà altrui, non poteva privare qualcuno di un diritto che non provenisse dal papa stesso, né privare gli uomini di libertà concesse da Dio o dalla natura. Per (—) il papa aveva amministrazione solo sulle cose previste nel Vangelo (sacramenti, ordinazione e reclutamento del clero), ma non su ciò che in esso non era previsto.
(—) pose a fondamento della sua analisi l’utilità, per stabilire ciò che poteva essere utile (o meno) alla Chiesa. Se quest’ultima credesse nell’eresia, la vera Chiesa sarebbe rappresentata dai pochi gruppi “ribelli”.
Baviera 1349/1350)
Filosofo inglese. Francescano, studiò e insegnò ad Oxford. Nel 1324 venne convocato ad Avignone, per alcune dottrine sospette contenute nel suo Commentario alle Sentenze. Rimase coinvolto nella polemica tra Giovanni XXII e il generale dei francescani Michele da Cesena, in merito alla povertà dell’ordine (e della Chiesa). Schieratosi contro il papa, fu colpito da scomunica, e si rifugiò presso la corte dell’imperatore Ludovico il Bavaro. Scrisse il Dialogus e il Breviloquium de principatu tyrannico.
(—) ebbe posizioni critiche nei confronti della Chiesa, pur senza arrivare al radicalismo di Marsilio da Padova [vedi]: (—) non mirò a cancellare la Chiesa dallo Stato, ma a separare i due poteri. (—) procedette ad una precisa relativizzazione dell’autorità papale. Quest’ultima non poteva influire sulle libertà altrui, non poteva privare qualcuno di un diritto che non provenisse dal papa stesso, né privare gli uomini di libertà concesse da Dio o dalla natura. Per (—) il papa aveva amministrazione solo sulle cose previste nel Vangelo (sacramenti, ordinazione e reclutamento del clero), ma non su ciò che in esso non era previsto.
(—) pose a fondamento della sua analisi l’utilità, per stabilire ciò che poteva essere utile (o meno) alla Chiesa. Se quest’ultima credesse nell’eresia, la vera Chiesa sarebbe rappresentata dai pochi gruppi “ribelli”.