Gran Consiglio del Fascismo

Gran Consiglio del Fascismo

Originatosi dalla marcia su Roma del 1922, fu convocato per la prima volta il 13 gennaio 1923 e svolse funzioni di organo supremo del Partito Nazionale Fascista (P.N.F.). Esso coordinava ed integrava tutte le attività del regime [vedi Fascismo]. Con L. 9 dicembre 1928 (modificata dalla L. 14 dicembre 1929) venne stabilmente inserito nella compagine statale italiana.
Il (—) era composto dal Capo del governo (e Duce del Fascismo), che lo convocava e presiedeva, e da un numero non definito di membri, nominati con decreto reale su proposta del Capo del governo e scelti tra gli esponenti di diverse categorie: i Quadrumviri della Marcia su Roma (perduranti in carica a tempo illimitato); i benemeriti della Nazione e della Rivoluzione fascista (che duravano in carica un triennio ma erano revocabili o riconfermabili in ogni tempo); i Ministri e il Sottosegretario alla Presidenza, i Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato, il Segretario e i due Vicesegretari del P.N.F., il Presidente del Tribunale speciale per la difesa dello Stato, i Presidenti delle grandi organizzazioni sindacali dell’industria e dell’agricoltura ed il Presidente della Reale Accademia d’Italia (che duravano in carica per la durata delle loro funzioni).
Il (—) svolgeva funzioni deliberative e consultive.
Le prime riguardavano l’elaborazione della lista dei deputati, da sottoporre all’approvazione del corpo elettorale; l’ elaborazione degli statuti, delle norme e delle direttive politiche da impartire al P.N.F; la nomina e la revoca degli incarichi di vertice del P.N.F.
Le seconde concernevano tutte le questioni di natura costituzionale come, ad esempio, le prerogative della Corona, la successione al trono, le potestà e le attribuzioni del Capo del governo, i rapporti tra Stato e S. Sede, l’ordinamento normativo dei sindacati e delle corporazioni [vedi].
I membri del (—) svolgevano le loro funzioni senza percepire alcun compenso ma godevano dell’immunità contro i procedimenti giudiziari e l’arresto.
Le sedute del (—) erano segrete.