Glossatori
Glossatori
Giuristi appartenenti alla Scuola di Bologna fondata da Irnerio [vedi] sullo scorcio del secolo XI e così denominati dalla glossa [vedi], ossia dal genere letterario in cui si espresse tipicamente la loro attività scientifica.
L’attenzione dei (—) si incentrò soprattutto sull’esegesi dei testi di diritto canonico [vedi Corpus iuris canonici] e di diritto civile, fissati nella struttura del Corpus iuris civilis [vedi] di Giustiniano I [vedi].
Per la prima volta con i (—) si manifestò l’esigenza di studiare i testi giustinianei nella loro integrità ed originalità e non più attraverso i compendi, gli estratti ed i sunti con cui erano circolati durante l’alto Medioevo. Ai testi giustinianei e, soprattutto, al Digesto [vedi] essi si avvicinarono con un atteggiamento fideistico, convinti di trovarsi di fronte a libri di indiscutibile autorità e di assoluta infallibilità, in quanto contenenti il diritto imperiale di ispirazione divina. Inoltre, la radicata convinzione che il Sacro romano impero [vedi] fosse la naturale prosecuzione dell’impero Romano e che l’imperatore romano-germanico fosse il successore dell’imperatore romano, comportò una sostanziale legittimazione ufficiale della legge giustinianea come diritto imperiale e, quindi, come diritto vigente.
Attraverso la loro metodica e capillare attività di esegesi grammaticale e teorica, i (—) non solo raggiunsero la piena padronanza del Corpus iuris, ma resero quest’ultimo effettivamente applicabile alla vita giuridica contemporanea.
L’attività dei glossatori civilisti, esplicatasi soprattutto grazie al lavoro dei giuristi delle generazioni successive ad Irnerio, tra i quali si ricordano soprattutto Bulgaro [vedi], Iacopo di Porta Ravennate [vedi], Martino [vedi] e Ugo di Porta Ravennate [vedi] (i cd. 4 Dottori), trovò la sua massima espressione nella Glossa Accursiana [vedi] al Corpus iuris civilis, nota anche come Glossa ordinaria.
A partire dalla seconda metà del ‘200, dopo un periodo di transizione caratterizzato dall’attività dei Postaccursiani [vedi] si ebbe un rinnovato modo di concepire la scienza giuridica, soprattutto grazie alla scuola dei Commentatori [vedi].
Giuristi appartenenti alla Scuola di Bologna fondata da Irnerio [vedi] sullo scorcio del secolo XI e così denominati dalla glossa [vedi], ossia dal genere letterario in cui si espresse tipicamente la loro attività scientifica.
L’attenzione dei (—) si incentrò soprattutto sull’esegesi dei testi di diritto canonico [vedi Corpus iuris canonici] e di diritto civile, fissati nella struttura del Corpus iuris civilis [vedi] di Giustiniano I [vedi].
Per la prima volta con i (—) si manifestò l’esigenza di studiare i testi giustinianei nella loro integrità ed originalità e non più attraverso i compendi, gli estratti ed i sunti con cui erano circolati durante l’alto Medioevo. Ai testi giustinianei e, soprattutto, al Digesto [vedi] essi si avvicinarono con un atteggiamento fideistico, convinti di trovarsi di fronte a libri di indiscutibile autorità e di assoluta infallibilità, in quanto contenenti il diritto imperiale di ispirazione divina. Inoltre, la radicata convinzione che il Sacro romano impero [vedi] fosse la naturale prosecuzione dell’impero Romano e che l’imperatore romano-germanico fosse il successore dell’imperatore romano, comportò una sostanziale legittimazione ufficiale della legge giustinianea come diritto imperiale e, quindi, come diritto vigente.
Attraverso la loro metodica e capillare attività di esegesi grammaticale e teorica, i (—) non solo raggiunsero la piena padronanza del Corpus iuris, ma resero quest’ultimo effettivamente applicabile alla vita giuridica contemporanea.
L’attività dei glossatori civilisti, esplicatasi soprattutto grazie al lavoro dei giuristi delle generazioni successive ad Irnerio, tra i quali si ricordano soprattutto Bulgaro [vedi], Iacopo di Porta Ravennate [vedi], Martino [vedi] e Ugo di Porta Ravennate [vedi] (i cd. 4 Dottori), trovò la sua massima espressione nella Glossa Accursiana [vedi] al Corpus iuris civilis, nota anche come Glossa ordinaria.
A partire dalla seconda metà del ‘200, dopo un periodo di transizione caratterizzato dall’attività dei Postaccursiani [vedi] si ebbe un rinnovato modo di concepire la scienza giuridica, soprattutto grazie alla scuola dei Commentatori [vedi].