Giovanni d’Andrea
Giovanni d’Andrea (1270 ca - 1348)
Fu il maggiore giurista canonista del secolo XIV, appartenente alla scuola dei Commentatori [vedi]. Definito fons iuris (fonte del diritto) a causa dei suoi molteplici interessi giuridici e della grandezza delle sue interpretazioni, per quasi cinquant’anni insegnò diritto alla Scuola di Bologna [vedi Glossatori]. Tra le sue opere principali si annoverano la Novella in Decretales Gregorii IX e, soprattutto, la Glossa in Sextum, che dai contemporanei fu riconosciuta quale glossa ordinaria al Liber sextus [vedi] di Bonifacio VIII [vedi]. Su quest’ultima opera, composta da (—) in età giovanile, l’autore ritornò negli ultimi anni della sua vita con una Novella in Sextum e le Additiones ad Apparatus Sexti, in cui risistemò in maniera organica il vasto materiale scientifico accumulatosi su tale compilazione in circa quarant’anni. Contemporaneamente, aveva provveduto ad elaborare un sistema di glosse [vedi glossa] interpretative alle Clementinae [vedi] ed anche in tal caso il suo apparatus fu considerato dai contemporanei quale glossa ordinaria di queste ultime.
Tra le opere minori si ricorda una serie di lavori monografici, tra cui una Summa de sponsalibus et matrimonio, un Ordo iudiciarius, gli Arbores consanguinitatis e le Additiones allo Speculum iudiciale di Guglielmo Durante [vedi]. Quest’ultima opera riveste particolare importanza per l’enorme quantità di notizie che ci fornisce sui nomi e le opere dei processualisti (di cui Durante si era ampiamente servito).
Fu il maggiore giurista canonista del secolo XIV, appartenente alla scuola dei Commentatori [vedi]. Definito fons iuris (fonte del diritto) a causa dei suoi molteplici interessi giuridici e della grandezza delle sue interpretazioni, per quasi cinquant’anni insegnò diritto alla Scuola di Bologna [vedi Glossatori]. Tra le sue opere principali si annoverano la Novella in Decretales Gregorii IX e, soprattutto, la Glossa in Sextum, che dai contemporanei fu riconosciuta quale glossa ordinaria al Liber sextus [vedi] di Bonifacio VIII [vedi]. Su quest’ultima opera, composta da (—) in età giovanile, l’autore ritornò negli ultimi anni della sua vita con una Novella in Sextum e le Additiones ad Apparatus Sexti, in cui risistemò in maniera organica il vasto materiale scientifico accumulatosi su tale compilazione in circa quarant’anni. Contemporaneamente, aveva provveduto ad elaborare un sistema di glosse [vedi glossa] interpretative alle Clementinae [vedi] ed anche in tal caso il suo apparatus fu considerato dai contemporanei quale glossa ordinaria di queste ultime.
Tra le opere minori si ricorda una serie di lavori monografici, tra cui una Summa de sponsalibus et matrimonio, un Ordo iudiciarius, gli Arbores consanguinitatis e le Additiones allo Speculum iudiciale di Guglielmo Durante [vedi]. Quest’ultima opera riveste particolare importanza per l’enorme quantità di notizie che ci fornisce sui nomi e le opere dei processualisti (di cui Durante si era ampiamente servito).