Franchi

Franchi

Confederazione di popoli di stirpe germanica che nel secolo III si stanziarono sul medio e basso Reno, distinguendosi, rispettivamente, in Ripuari e Salici (o Salii). Dal basso Reno attuarono ripetute scorrerie nei territori dell’impero romano. A partire dal IV secolo vennero accolti nella Gallia come soldati e coloni e nel 393 vennero riconosciuti dall’impero come alleati [vedi Foederati], con l’incarico di difenderne i confini col basso Reno.
Nel V secolo Clodoveo [vedi] unificò i (—), vincendo le ultime resistenze dei Gallo-romani e fondando nel 487 un vero e proprio Stato franco. Nel secolo VI fu riunita politicamente tutta la Gallia, che da essi prese il nome di Francia.
La dominazione franca diede all’Italia una legislazione che costituì un tramite attraverso cui i principii e gli istituti del diritto germanico furono accolti nella nostra penisola.
Le leggi franche si dissero capitularia [vedi Capitolare], probabilmente dalla loro divisione in capitoli. Particolarmente importanti furono i capitularia generalia, emanati dal re nei parlamenti generali, ossia costituiti dai rappresentanti di tutte le genti del regno e validi per tutto il regno.
Attraverso numerosi capitularia Carlo Magno [vedi] corresse la disciplina ecclesiastica, attuò la riforma dei costumi e centralizzò il potere. Un’importante legge, pur sempre attribuita a Carlo Magno, distinse il grado di colpevolezza dei ribelli in tre gradi: delitto meditato e non attuato, delitto preparato e non eseguito, delitto meramente congegnato. Nel primo caso, il capo dei ribelli veniva punito con la pena di morte, mentre i complici erano costretti a mozzarsi reciprocamente il naso. Nel secondo caso, sia il capo che i complici dovevano flagellarsi tra loro e radersi le chiome. Nella terza ipotesi, era sufficiente il giuramento di pentimento da parte dei colpevoli.