Federico I di Hohenstaufen
Federico I di Hohenstaufen, detto il Barbarossa (Weitsberg
1121-Asia Minore 1190)
Figlio di Federico di Svevia, successe nel 1152 allo zio Corrado III sul trono di Germania.
Allo scopo di affermare l’impero universale, indebolito dal fiorire dei comuni [vedi Comune medievale] e, con l’intento di restaurare il potere imperiale in Italia, valicò le Alpi nel 1154, in ciò invitato anche da parecchie città, insofferenti della supremazia che Milano tentava di esercitere su di esse. Rase al suolo i comuni di Rosate, Galliate, Trecase, Asti, Tortona e proseguì alla volta di Roma per cingere la corona reale d’Italia (1154) e quella imperiale (1155). A Roma consegnò nelle mani del pontefice Arnaldo da Brescia, che nella città aveva istituito la Repubblica.
Nel 1158 tornò in Italia, assediò Milano, che venne nuovamente distrutta (1160) e rivendicò solennemente i diritti sovrani nella II Dieta di Roncaglia [vedi Dieta], riaffermandoli in una propria costituzione.
Nel 1167 la Lega lombarda [vedi], cui aderirono le principali città dell’Italia settentrionale, ricostruì Milano e contro di essa (—) scese nuovamente in Italia. Tuttavia, dopo un fallimentare assedio ad Alessandria, l’imperatore fu sconfitto nella battaglia di Legnano [vedi Legnano (battaglia di)] (1176) e fu costretto a riconoscere, nei trattati di Venezia col pontefice (1177) e con la pace di Costanza [vedi Costanza (pace di)] del 1183 coi comuni, la maggior parte delle loro rivendicazioni.
Nel 1189 (—) partecipò alla III Crociata [vedi Crociate] ma durante il viaggio morì annegato nel fiume Salef in Cilicia (Turchia).
1121-Asia Minore 1190)
Figlio di Federico di Svevia, successe nel 1152 allo zio Corrado III sul trono di Germania.
Allo scopo di affermare l’impero universale, indebolito dal fiorire dei comuni [vedi Comune medievale] e, con l’intento di restaurare il potere imperiale in Italia, valicò le Alpi nel 1154, in ciò invitato anche da parecchie città, insofferenti della supremazia che Milano tentava di esercitere su di esse. Rase al suolo i comuni di Rosate, Galliate, Trecase, Asti, Tortona e proseguì alla volta di Roma per cingere la corona reale d’Italia (1154) e quella imperiale (1155). A Roma consegnò nelle mani del pontefice Arnaldo da Brescia, che nella città aveva istituito la Repubblica.
Nel 1158 tornò in Italia, assediò Milano, che venne nuovamente distrutta (1160) e rivendicò solennemente i diritti sovrani nella II Dieta di Roncaglia [vedi Dieta], riaffermandoli in una propria costituzione.
Nel 1167 la Lega lombarda [vedi], cui aderirono le principali città dell’Italia settentrionale, ricostruì Milano e contro di essa (—) scese nuovamente in Italia. Tuttavia, dopo un fallimentare assedio ad Alessandria, l’imperatore fu sconfitto nella battaglia di Legnano [vedi Legnano (battaglia di)] (1176) e fu costretto a riconoscere, nei trattati di Venezia col pontefice (1177) e con la pace di Costanza [vedi Costanza (pace di)] del 1183 coi comuni, la maggior parte delle loro rivendicazioni.
Nel 1189 (—) partecipò alla III Crociata [vedi Crociate] ma durante il viaggio morì annegato nel fiume Salef in Cilicia (Turchia).