Fascio littorio

Fascio littorio

Nell’antica Roma era il simbolo dell’autorità e della giustizia, portato dinanzi ai magistrati dai littori sulla spalla sinistra. L’uso di esso fu introdotto dall’Etruria, probabilmente durante il regno di Tarquinio Prisco (616- 579 a.C.). Consisteva di un fascio di verghe d’olmo o di betulla, stretto da una cinghia rossa e con in mezzo una scure (simbolo del potere punitivo), che veniva tolta nel caso in cui il magistrato non godesse di potestà illimitata di giudicare. In caso di grave lutto veniva portato rovesciato o spezzato; veniva abbassato dinanzi all’assemblea del popolo, così come quello di un magistrato minore veniva abbassato in presenza di un magistrato maggiore. In caso di festeggiamenti in onore di un condottiero vittorioso veniva adornato con foglie di alloro.
Coi RR.DD.12 dicembre 1926 e 9 agosto 1929 il (—) fu assunto quale emblema dello Stato italiano fascista e come tale venne apposto su tutti gli edifici pubblici, nonché nei sigilli dello Stato, accanto allo stemma dei Savoia.