Erario
Erario
Antica denominazione della finanza o del tesoro dello Stato. Attualmente il termine (—) può dirsi scomparso nella terminologia legislativa ed usato quasi esclusivamente nella forma aggettivata “erariale”, riferita a taluni uffici (ad es. ufficio tecnico erariale) dell’amministrazione finanziaria.
Il vocabolo aerarium deriva etimologicamente da aes (bronzo) e nel diritto romano aes publicum era il tesoro del popolo romano, cioè della comunità dei cittadini, custodito nel tempio di Saturno e destinato a fini pubblici.
In origine l’amministrazione dell’(—) venne affidata ai quaestores, mentre a partire dal 23 d.C. furono nominati dal Senato due praetores aerarii, scelti tra i pretori.
Per effetto della duplicazione delle strutture governative, tipica dell’età del principato e la divisione delle province in senatorie ed imperiali, accanto all’(—) nacque il fiscus Caesaris (inizialmente indicante il solo patrimonio del princeps), nel quale affluirono i proventi delle province imperiali ed in seguito tutte le entrate dello Stato, con la conseguenza che al termine aerarium, ormai ridotto a cassa municipale della città di Roma, non si fece più riferimento nell’età dei Severi. In diritto postclassico aerarium e fiscus erano ormai fusi.
Antica denominazione della finanza o del tesoro dello Stato. Attualmente il termine (—) può dirsi scomparso nella terminologia legislativa ed usato quasi esclusivamente nella forma aggettivata “erariale”, riferita a taluni uffici (ad es. ufficio tecnico erariale) dell’amministrazione finanziaria.
Il vocabolo aerarium deriva etimologicamente da aes (bronzo) e nel diritto romano aes publicum era il tesoro del popolo romano, cioè della comunità dei cittadini, custodito nel tempio di Saturno e destinato a fini pubblici.
In origine l’amministrazione dell’(—) venne affidata ai quaestores, mentre a partire dal 23 d.C. furono nominati dal Senato due praetores aerarii, scelti tra i pretori.
Per effetto della duplicazione delle strutture governative, tipica dell’età del principato e la divisione delle province in senatorie ed imperiali, accanto all’(—) nacque il fiscus Caesaris (inizialmente indicante il solo patrimonio del princeps), nel quale affluirono i proventi delle province imperiali ed in seguito tutte le entrate dello Stato, con la conseguenza che al termine aerarium, ormai ridotto a cassa municipale della città di Roma, non si fece più riferimento nell’età dei Severi. In diritto postclassico aerarium e fiscus erano ormai fusi.