Empirismo

Empirismo

Indirizzo filosofico accolto da tutte quelle correnti di pensiero che propugnano il primato della conoscenza diretta e dell’esperienza concreta.
L’(—) si contrappone al razionalismo in quanto afferma che ogni verità può e deve essere sperimentata e, quindi, solo in seguito può venire avvalorata, modificata o abbandonata. Alla ragione viene negata la capacità di possedere idee innate, cioè tali da valere in assoluto e rendere superfluo o contraddittorio il vaglio dell’esperienza.
Il contrasto tra (—) e razionalismo ha caratterizzato l’intero svolgimento del pensiero filosofico.
Platone affermava che i principii della conoscenza sono innati nell’animo umano, in contrapposizione ad Aristotele, secondo cui la conoscenza era il frutto della combinata attività di esperienza e ragione.
Nel Medioevo Guglielmo di Occam [vedi] considerava l’esperienza come processo attraverso cui accertare e controllare la realtà di fatto delle cose.
In età moderna, Locke [vedi Locke John] affermò che la conoscenza umana è originata dall’esperienza, contro la teoria delle idee innate di Cartesio [vedi Descartes René].
Leibniz [vedi Leibniz Gottfried Wilhelm von] tentò di conciliare Cartesio con Locke, affermando che i principii della conoscenza, pur essendo innati, necessitano del vaglio dell’esperienza per assurgere a sapere vero e proprio.
Corollari della concezione empiristica sono la negazione del soprasensibile, ossia di qualunque realtà che non si lasci attestare in qualche modo ed il riconoscimento dell’importanza dei fatti e dei dati che rendono possibile l’accertamento di una qualsiasi verità.