Edictum

Edictum (editto)

Termine che deriva dal latino edicere, ordinare. Nel diritto romano era fonte di produzione, risalente all’incirca alla seconda metà del II secolo a.C., del ius praetorium, ossia del diritto prodotto dal pretore per regolare casi concreti non direttamente disciplinati dal ius civile, attraverso una procedura snella e priva, per quanto possibile, di formalismi.
L’(—) veniva pubblicato dai vari magistrati giusdicenti (praetor urbanus, praetor peregrinus, aediles curùles e presidens provinciàrum) all’inizio di ogni anno di carica per preannunciare e rendere pubbliche le linee programmatiche cui si sarebbero ispirati nel corso dell’anno di carica. Inizialmente l’(—) fu orale, pronunciato dal magistrato all’assemblea e poi redatto per iscritto su apposite tavole esposte al pubblico.
Il magistrato che succedeva a quello precedentemente in carica non era giuridicamente vincolato alle disposizioni edittali emanate da quest’ultimo; tuttavia, in linea di massima, vi era una certa uniformità tra i vari editti ai quali, su una base immutata, venivano apportate le modifiche ed i correttivi di volta in volta ritenuti necessari. Si parlò, in proposito, di (—) tralaticium. Il susseguirsi degli editti magistratuali determinò la formazione di un complesso considerevole di norme, che si tramandavano di magistrato in magistrato.
Nell’età del principato, la potenzialità creativa dell’(—) si inaridì: anzi, se si deve credere a talune fonti (peraltro abbastanza vaghe, non confermate da testimonianze di giuristi del secolo II), l’imperatore Adriano (117-138) avrebbe addirittura commissionato al giurista Salvio Giuliano [vedi] una “codificazione dell’editto”, che assunse così una forma definitiva dalla quale i magistrati non potevano in alcun modo discostarsi.
Nel Medioevo, soprattutto nel linguaggio dei Longobardi [vedi] e dei Merovingi [vedi] e nell’età moderna il termine (—) indicò, presso vari Stati, la forma di produzione normativa a carattere generale (la legge) dei sovrani, compresa quella del pontefice.
Editti di importanza storica sono quelli di Caracalla [vedi Editto di Caracalla], di Costantino [vedi Editto di Costantino], di Teodorico [vedi Editto di Teodorico] e di Rotari [vedi Editto di Rotari].