Domat Jean
Domat Jean (Clermont-Ferrand 1625 - Parigi 1696)
Giurista francese giusnaturalista.
Avvocato del re presso la corte di Clermont-Ferrand, in Alvernia, legò il suo nome ad un’opera fondamentale nella storia della scienza giuridica moderna, Les lois civiles dans leur ordre naturel, pubblicata a Parigi nel 1689, divisa in due parti: le Lois civiles e il Droit public e preceduta da un’importante introduzione generale, intitolata Traité des lois.
Il fine che (—) si proponeva nell’opera era quello di attuare una sistemazione organica e razionale del diritto contemporaneo che, allo stato in cui si trovava, era contrassegnato dal disordine e dalla difformità assoluti: ordinanze regie, diritti consuetudinari locali, giurisprudenza delle corti e diritto romano applicato alla prassi davano vita ad un coacervo di norme nel quale gli operatori del diritto si muovevano con enormi difficoltà.
(—) contrappose al disorganico e confuso assetto effettivo delle leggi civili vigenti un assetto non reale ma pienamente realizzabile, attraverso un lavoro di conciliazione dei diversi e contrastanti sistemi normativi esistenti in un complesso unitario, fatto di concordanze, intrecci e connessioni.
Due sono le categorie fondamentali in cui secondo (—) si distinguono le norme di diritto positivo: le leggi naturali (eternamente valide ed immutabili) e le leggi emanate da un’autorità legittima (esse sono arbitrarie e possono essere modificate o abrogate secondo le necessità, ma sempre nel pieno rispetto delle leggi naturali). È alla ragione umana che spetta il merito di avere individuato verità generali (ad esempio, il dovere di rispettare i patti conclusi; il dovere di rispettare i propri simili e di dare a ciascuno il dovuto). Tali verità costituiscono il contenuto delle leggi naturali che, tuttavia, si sono accumulate in maniera caotica nel corso dei secoli ed hanno dato vita ad un coacervo di contraddizioni, incoerenze ed illogicità. Si tratta, allora, di riordinare il tutto secondo le regole indicate necessariamente dalla ragione ed utilizzando i metodi delle scienze matematiche.
Le leggi civili vengono dunque accorpate in parti, secondo un ordine per materie (regole di diritto in generale; norme sulle persone; norme sulle cose; norme sulle obbligazioni). Il diritto pubblico venne invece sistemato in quattro libri (sul governo della polizia generale dello Stato, sugli ufficiali e le altre persone che partecipano alle funzioni pubbliche; sui crimini e delitti; sull’ordine giudiziario).
L’opera elaborata da (—) ebbe un grande successo in tutta la Francia. Tuttavia, il suo carattere sistematico la rese poco utilizabile nella prassi giudiziaria, ossia nella risoluzione di casi pratici.
Il pensiero di (—) influenzerà in maniera determinante i redattori del codice civile francese [vedi Code Napoléon].
Giurista francese giusnaturalista.
Avvocato del re presso la corte di Clermont-Ferrand, in Alvernia, legò il suo nome ad un’opera fondamentale nella storia della scienza giuridica moderna, Les lois civiles dans leur ordre naturel, pubblicata a Parigi nel 1689, divisa in due parti: le Lois civiles e il Droit public e preceduta da un’importante introduzione generale, intitolata Traité des lois.
Il fine che (—) si proponeva nell’opera era quello di attuare una sistemazione organica e razionale del diritto contemporaneo che, allo stato in cui si trovava, era contrassegnato dal disordine e dalla difformità assoluti: ordinanze regie, diritti consuetudinari locali, giurisprudenza delle corti e diritto romano applicato alla prassi davano vita ad un coacervo di norme nel quale gli operatori del diritto si muovevano con enormi difficoltà.
(—) contrappose al disorganico e confuso assetto effettivo delle leggi civili vigenti un assetto non reale ma pienamente realizzabile, attraverso un lavoro di conciliazione dei diversi e contrastanti sistemi normativi esistenti in un complesso unitario, fatto di concordanze, intrecci e connessioni.
Due sono le categorie fondamentali in cui secondo (—) si distinguono le norme di diritto positivo: le leggi naturali (eternamente valide ed immutabili) e le leggi emanate da un’autorità legittima (esse sono arbitrarie e possono essere modificate o abrogate secondo le necessità, ma sempre nel pieno rispetto delle leggi naturali). È alla ragione umana che spetta il merito di avere individuato verità generali (ad esempio, il dovere di rispettare i patti conclusi; il dovere di rispettare i propri simili e di dare a ciascuno il dovuto). Tali verità costituiscono il contenuto delle leggi naturali che, tuttavia, si sono accumulate in maniera caotica nel corso dei secoli ed hanno dato vita ad un coacervo di contraddizioni, incoerenze ed illogicità. Si tratta, allora, di riordinare il tutto secondo le regole indicate necessariamente dalla ragione ed utilizzando i metodi delle scienze matematiche.
Le leggi civili vengono dunque accorpate in parti, secondo un ordine per materie (regole di diritto in generale; norme sulle persone; norme sulle cose; norme sulle obbligazioni). Il diritto pubblico venne invece sistemato in quattro libri (sul governo della polizia generale dello Stato, sugli ufficiali e le altre persone che partecipano alle funzioni pubbliche; sui crimini e delitti; sull’ordine giudiziario).
L’opera elaborata da (—) ebbe un grande successo in tutta la Francia. Tuttavia, il suo carattere sistematico la rese poco utilizabile nella prassi giudiziaria, ossia nella risoluzione di casi pratici.
Il pensiero di (—) influenzerà in maniera determinante i redattori del codice civile francese [vedi Code Napoléon].