Descartes René

Descartes René (La Haye, Turenna 1596-Stoccolma 1650)

Filosofo e matematico francese, noto anche col nome di Cartesio.
Tra le opere principali: Trattato del mondo (1633), Discorso sul metodo (1637), Le meditazioni filosofiche (1641), I principii della Filosofia (1644), Le Passioni dell’anima (1649).
(—) è stato definito il fondatore della filosofia moderna, perché dalle sue speculazioni traggono origine i maggiori pensatori del Seicento e del Settecento.
Partendo dal presupposto che anche le verità matematiche più evidenti possono rivelarsi un’illusione e un inganno, frutto di brutti scherzi giocati da un genio maligno, (—) propone di sottoporre qualsiasi affermazione al vaglio critico del dubbio (cogito). Soltanto attraverso il ricorso al dubbio metodico, esteso a tutti i dati della conoscenza, è possibile pervenire a verità inattaccabili. L’unica realtà esente dal dubbio è il pensiero, perché il mero fatto che il soggetto dubiti, gli fornisce la certezza di esistere quale essere pensante (cogito, ergo sum res cogitans). Tuttavia, la certezza posseduta dal soggetto di essere una res cogitans, un oggetto pensante, non è sufficiente a fornirgli la immediata certezza che i contenuti del suo pensiero (le idee) siano valide.
Per questo motivo, (—) passa a studiare le idee, che egli divide in tre categorie: innate (cioè spontaneamente possedute dal pensiero); avventizie (elaborate attraverso l’esperienza) e fittizie (arbitrariamente realizzate dall’individuo). In virtù del dubbio metodico, l’uomo non può sapere, senza l’ausilio dell’esperienza, se realmente esistano le realtà rappresentate dalle idee. Solo l’idea di Dio, che è innata, è valida a priori, perché essa è l’idea della perfezione assoluta e l’uomo non avrebbe potuto crearla da sé. Al di fuori dell’Io pensante esiste, dunque, come unica idea certa e inattaccabile dal dubbio, l’idea di un Dio onnisciente e onnipresente, garanzia dell’esistenza e della concreta realtà oggettiva del mondo.
La metafisica cartesiana è caratterizzata dal dualismo tra pensiero (res cogitans) e materia (res extensa), che pone una serie di problemi irrisolti, poiché la materia (che è spazio ed estensione) non può agire sul pensiero (che è inesteso) e viceversa. A tale proposito (—) fece ricorso al concetto di ghiandola pineale attraverso cui il pensiero agirebbe sul corpo, ma la soluzione proposta era meramente verbale, lasciando spazio ad approfondimenti da parte di filosofi posteriori, quali Spinoza [vedi Spinoza Baruch] e Leibniz [vedi Leibniz Gottfried Wilhelm von].