Culti

Culti [scuola dei]

Indirizzo scientifico affermatosi a partire dagli inizi del XV secolo che, sulla base dei princìpi diffusi dall’umanesimo giuridico [vedi] propugnava la necessità di uno studio filologico e storicizzante del diritto giustinianeo [vedi Corpus iuris civilis] e, più in generale, del diritto romano classico che, secondo la (—) era stato da Giustiniano I [vedi] arbitrariamente alterato e sottratto ai posteri.
Tale indirizzo scientifico nacque in Italia, annoverando tra i suoi maggiori esponenti Andrea Alciato [vedi Alciato Andrea], ma si sviluppò in Francia e da qui si propagò in Europa come mos gallicus [vedi], contrapposto al mos italicus [vedi]. Attraverso l’impiego dell’interpretazione filologica la (—) giunse ad una storicizzazione e ad una relativizzazione del diritto romano, che venne inteso come un edificio dogmatico di princìpi, di norme e di istituti coordinabili tra loro secondo un metodo razionale, ed eventualmente rinvenibili anche all’esterno degli (ormai) discutibili criteri giustinianei di collocazione delle materie. Al fine di trarre dalle fonti del diritto romano la loro originaria essenza, era necessaria una profonda conoscenza della storia, del diritto e della lingua latina e greca. La penetrazione nel campo giuridico degli indirizzi storico-filologici propri dell’umanesimo letterario non solo aveva prodotto un particolare spregiudicato interesse per il processo storico di formazione del Corpus iuris civilis, ma aveva anche, per la prima volta, scosso la visione di unitaria ed indiscutibile autorità che di esso avevano avuto i giuristi nei secoli precedenti [vedi Glossatori]. In tal guisa, si profilò in termini sempre più chiari la questione di validità del diritto giustinianeo come norma di diritto vigente ed attuale.
Oltre all’Alciato, possono annoverarsi tra i seguaci della nuova scuola: Jacopo Cuiacio [vedi Cuiacio Jacopo], François Hotman [vedi Hotman François], Ulrich Zäsy [vedi Zäsy Ulrich], Denis e Jacques Godefroy [vedi Godefroy Denis].