Correctores statutorum
Correctores statutorum (Emendatori, riformatori delle norme statutarie)
A partire dal XIII secolo, erano le persone nominate dal comune [vedi Comune medievale] allo scopo di provvedere esclusivamente alla sistemazione e al riordino delle deliberazioni statutarie [vedi Statuti comunali], che si andavano aggiungendo di anno in anno, nonchè incaricate della eliminazione delle ripetizioni e delle contraddizioni in esse contenute.
I (—) vennero costituiti in commissioni, in modo da rendere possibile la rappresentanza degli interessi di tutti i cittadini.
Tale ufficio fu reso stabile in alcuni comuni (ad esempio, a Pisa e a Pistoia) e spesso venne affidato a giuristi di professione.
I (—) erano tenuti a prestare giuramento solenne al popolo ed in alcuni casi (ad esempio, a Parma e a Pistoia) si stabilì che essi dovessere restare isolati, per tutto il periodo della compilazione e della riforma, in una sorta di conclave, senza possibilità di contatti col mondo esterno. In altri comuni fu disposto, invece, il contrario, ritenendosi fondamentale per il buon esito dell’incarico, che i (—) fossero costantemente aggiornati circa le nuove tendenze e le nuove esigenze del popolo e si invitava quest’ultimo per mezzo di bandi [vedi Bando] a contattare i (—) e a fornire loro proposte e consigli.
A partire dal XIII secolo, erano le persone nominate dal comune [vedi Comune medievale] allo scopo di provvedere esclusivamente alla sistemazione e al riordino delle deliberazioni statutarie [vedi Statuti comunali], che si andavano aggiungendo di anno in anno, nonchè incaricate della eliminazione delle ripetizioni e delle contraddizioni in esse contenute.
I (—) vennero costituiti in commissioni, in modo da rendere possibile la rappresentanza degli interessi di tutti i cittadini.
Tale ufficio fu reso stabile in alcuni comuni (ad esempio, a Pisa e a Pistoia) e spesso venne affidato a giuristi di professione.
I (—) erano tenuti a prestare giuramento solenne al popolo ed in alcuni casi (ad esempio, a Parma e a Pistoia) si stabilì che essi dovessere restare isolati, per tutto il periodo della compilazione e della riforma, in una sorta di conclave, senza possibilità di contatti col mondo esterno. In altri comuni fu disposto, invece, il contrario, ritenendosi fondamentale per il buon esito dell’incarico, che i (—) fossero costantemente aggiornati circa le nuove tendenze e le nuove esigenze del popolo e si invitava quest’ultimo per mezzo di bandi [vedi Bando] a contattare i (—) e a fornire loro proposte e consigli.