Corporazioni

Corporazioni

Speciali organismi caratterizzati dall’associazione di più persone, aventi l’interesse ad esplicare in comune la loro attività per il raggiungimento di propri fini. Le (—) erano note già in diritto romano, che disciplinava i collegia opificium, con scopi prevalentemente di assistenza e religiosi ed in epoca bizantina, ma rivissero nel secolo XI, quando entro l’ordinamento comunale si delinearono inizialmente le Comunità di mestieri, ossia gruppi di produttori artigianali che avevano il privilegio di esercitare in via esclusiva una professione, secondo una regolamentazione fissata dalla pubblica autorità. Fu nel corso del secolo XIII che tali Comunità si trasformarono in (—), acquistando autonomia economica e regolamentare.
Esse si distinsero in (—) mercantili ed artigiane, collegi professionali, confraternite religiose e consorterie nobiliari.
Ogni corporazione raggruppava parecchie professioni, più o meno direttamente collegate le une alle altre. La direzione era affidata alla Jurande, composta da alcuni maestri scelti dai loro confratelli e denominati syndics o balì. Essi duravano in carica un anno e giuravano di prestare osservanza allo statuto della corporazione e di adempiere il loro operato nell’interesse dei confratelli. Esercitavano un potere disciplinare generale su tutti i membri della corporazione ed avevano la rappresentanza processuale dell’organismo.
Ogni corporazione aveva uno statuto del lavoro e uno statuto della produzione. Il primo stabiliva gli orari di apertura delle botteghe, le ore di lavoro (generalmete dieci al giorno), i riposi festivi (frequentissimi) ed i salari. Il secondo stabiliva la qualità delle materie prime da utilizzare, il numero ed il tipo di utensili di cui servirsi, nonché la specificazione delle merci prodotte. L’osservanza di queste disposizioni era garantita dai syndics e dal pubblico, che in qualunque momento poteva denunciare la minima irregolarità (si tenga presente che il lavoro veniva svolto dietro una vetrina, affinché ognuno potesse controllare il lavoro svolto).
La Rivoluzione francese [vedi] operò una profonda trasformazione delle (—), che vennero soppresse (1791), dal momento che il sistema chiuso di tali organismi aveva prodotto numerosi privilegi, in contrasto con lo spirito dei nuovi tempi. Con l’avvento del socialismo, le masse operaie vennero indotte ad organizzarsi in maniera diversa, secondo schemi universalistici e non più ristretti, come quelli delle vecchie (—), spesso ostili o, quanto meno, indifferenti le une alle altre. Il fascismo [vedi], ritenne di potere ricostituire le (—) attraverso la costituzione di organi sociali dello Stato che riunissero in sé i lavoratori ed i datori di lavoro [vedi Corporativismo].