Consuetudines neapolitanae
Consuetudines neapolitanae (Consuetudini di Napoli)
Redazione scritta di diritto consuetudinario [vedi Consuetudine], che venne dal popolo richiesta a viva voce al re Carlo II d’Angiò [vedi] nel 1293. La commissione incaricata della compilazione fu, tuttavia, nominata dal sovrano soltanto sette anni più tardi. Essa era composta da dodici membri, ai quali venne affidato il compito di reperire e accorpare tutte le consuetudini del regno.
Il sovrano, al quale il testo della raccolta venne presentato per l’approvazione, ne affidò la revisione all’alto dignitario di corte e giurista insigne Bartolomeo da Capua [vedi], con licenza di apportare tutte le modifiche che avesse ritenuto necessarie.
Il testo, così elaborato, fu pubblicato da Carlo II nel 1306 e in tale forma ci è stato tramandato. Ben presto assunse notevole prestigio non solo nel Napoletano, ma anche in altre zone del Regno e fu assunto a modello per la redazione di altre raccolte di consuetudini, come ad esempio quella di Sorrento del 1309.
Redazione scritta di diritto consuetudinario [vedi Consuetudine], che venne dal popolo richiesta a viva voce al re Carlo II d’Angiò [vedi] nel 1293. La commissione incaricata della compilazione fu, tuttavia, nominata dal sovrano soltanto sette anni più tardi. Essa era composta da dodici membri, ai quali venne affidato il compito di reperire e accorpare tutte le consuetudini del regno.
Il sovrano, al quale il testo della raccolta venne presentato per l’approvazione, ne affidò la revisione all’alto dignitario di corte e giurista insigne Bartolomeo da Capua [vedi], con licenza di apportare tutte le modifiche che avesse ritenuto necessarie.
Il testo, così elaborato, fu pubblicato da Carlo II nel 1306 e in tale forma ci è stato tramandato. Ben presto assunse notevole prestigio non solo nel Napoletano, ma anche in altre zone del Regno e fu assunto a modello per la redazione di altre raccolte di consuetudini, come ad esempio quella di Sorrento del 1309.