Consiglio collaterale

Consiglio collaterale

Supremo organo politico-giuridico del Regno di Napoli, istituito da Ferdinando II il Cattolico d’Aragona [vedi Ferdinando II d’Aragona] (1452-1516) agli inizi del secolo XVI.
In esso il sovrano riunì tre corpi distinti ma già operanti in età aragonese [vedi Aragonesi]: il Consiglio per gli affari di Stato, la Regia Audientia per le questioni di giustizia e la Cancelleria Reale.
I membri del (—) erano contemporaneamente Consiglieri, Uditori e Reggenti.
Intorno al 1520 il (—) risultava costituito da giuristi (la componente togata, denominata dei regentes di Cancelleria o togati di cappa lunga) e da nobili di spada (regii consiliarii o bellici o di cappa corta). Questi ultimi divennero ben presto molto numerosi, contando fino a sedici membri ma vennero estromessi dalle questioni di Stato e di giustizia ed erano presenti nel solo Collaterale di guerra.
Nel corso dei secoli XVI e XVII la nobiltà di spada (baroni) tentò spesso di riconquistare le posizioni perdute, mantenendo sempre vibrante la dialettica tra le istituzioni del Regno.
Sempre acceso fu il conflitto tra viceré e Cancelleria, il cui esito spesso dipendeva dalla personalità più o meno decisa del primo e dall’equilibrio che egli riusciva a realizzare. Con la istruzione del re di Spagna Filippo II, emanata nel gennaio del 1592, venne comunque sancita la definitiva preminenza del (—) sul viceré.