Code Napoléon
Code Napoléon
Espressione francese con cui si indica il codice civile elaborato nella Francia post-rivoluzionaria ed ancora oggi in vigore, nonostante numerosissime modifiche.
Obiettivo primario del (—) fu quello di procedere ad una unificazione di tutte le leggi civili preesistenti [vedi Codificazione] e di sancire definitivamene le conquiste fatte con la Rivoluzione francese [vedi]
Pubblicato con L. 30 ventoso anno XII (21 marzo 1804), entrò in vigore nel 1806 e nel 1807 fu chiamato (—). Dai redattori fu diviso in tre libri: il primo dedicato alle persone, il secondo relativo ai diritti reali e il terzo ai modi di acquisto della proprietà.
L’intero materiale del (—) venne tratto dalle consuetudini [vedi Consuetudine] locali, dal diritto comune [vedi], dalle ordinanze regie, dalla giurisprudenza dei parlamenti, dalla dottrina dei giureconsulti.
Il testo legislativo risulta permeato dallo spirito del liberalismo individualistico, ravvisabile soprattutto nella disciplina della proprietà, considerata come il diritto di godere e disporre dei beni nella maniera più assoluta. Tale diritto, inoltre, viene concepito in una visione unitaria, nel senso che viene attribui-to ad un unico e indeterminato soggetto, individuabile in colui che sfrutta il bene direttamente.
Altro settore del diritto ampiamente disciplinato dal (—) è quello delle obbligazioni, improntato alla libera iniziativa dei privati. Il contratto assume, dunque, forza di legge tra le parti e si perfeziona con la prestazione del consenso.
Nell’ambito del diritto di famiglia, il divorzio trova una propria collocazione, ma viene disincentivato attraverso l’imposizione di numerose condizioni e di rigide procedure; ai figli naturali viene accordata una tutela di sfavore, rispetto ai figli legittimi e con riguardo alla successione ereditaria.
Restavano esclusi dalla disciplina del (—) il diritto commerciale, il diritto del lavoro, i diritti sui beni incorporali ed il diritto agrario.
Espressione francese con cui si indica il codice civile elaborato nella Francia post-rivoluzionaria ed ancora oggi in vigore, nonostante numerosissime modifiche.
Obiettivo primario del (—) fu quello di procedere ad una unificazione di tutte le leggi civili preesistenti [vedi Codificazione] e di sancire definitivamene le conquiste fatte con la Rivoluzione francese [vedi]
Pubblicato con L. 30 ventoso anno XII (21 marzo 1804), entrò in vigore nel 1806 e nel 1807 fu chiamato (—). Dai redattori fu diviso in tre libri: il primo dedicato alle persone, il secondo relativo ai diritti reali e il terzo ai modi di acquisto della proprietà.
L’intero materiale del (—) venne tratto dalle consuetudini [vedi Consuetudine] locali, dal diritto comune [vedi], dalle ordinanze regie, dalla giurisprudenza dei parlamenti, dalla dottrina dei giureconsulti.
Il testo legislativo risulta permeato dallo spirito del liberalismo individualistico, ravvisabile soprattutto nella disciplina della proprietà, considerata come il diritto di godere e disporre dei beni nella maniera più assoluta. Tale diritto, inoltre, viene concepito in una visione unitaria, nel senso che viene attribui-to ad un unico e indeterminato soggetto, individuabile in colui che sfrutta il bene direttamente.
Altro settore del diritto ampiamente disciplinato dal (—) è quello delle obbligazioni, improntato alla libera iniziativa dei privati. Il contratto assume, dunque, forza di legge tra le parti e si perfeziona con la prestazione del consenso.
Nell’ambito del diritto di famiglia, il divorzio trova una propria collocazione, ma viene disincentivato attraverso l’imposizione di numerose condizioni e di rigide procedure; ai figli naturali viene accordata una tutela di sfavore, rispetto ai figli legittimi e con riguardo alla successione ereditaria.
Restavano esclusi dalla disciplina del (—) il diritto commerciale, il diritto del lavoro, i diritti sui beni incorporali ed il diritto agrario.