Cawarfidae
Cawarfidae (Consuetudini)
Nel linguaggio dei Longobardi [vedi] erano le consuetudini [vedi Consuetudine] orali di ciascuna stirpe, formatesi soprattutto in campo giudiziario ed approvate dall’assemblea degli uomini liberi.
Il primo re longobardo che diede vita ad una raccolta scritta di (—), che vennero in tal modo sottratte all’incertezza della tradizione orale, fu Rotari [vedi] con il suo Editto [vedi Editto di Rotari].
Seguirono Grimoaldo [vedi], che nell’Editto pubblicato nel 668 presentò le (—) come la sostanza della normativa edittale, di cui il re si dichiarava tutore e garante, e Liutprando [vedi], nei cui Editti [vedi Editti di Liutprando], tuttavia, si assiste ad una assimilazione e fusione delle (—) con le consuetudini romane.
Nel linguaggio dei Longobardi [vedi] erano le consuetudini [vedi Consuetudine] orali di ciascuna stirpe, formatesi soprattutto in campo giudiziario ed approvate dall’assemblea degli uomini liberi.
Il primo re longobardo che diede vita ad una raccolta scritta di (—), che vennero in tal modo sottratte all’incertezza della tradizione orale, fu Rotari [vedi] con il suo Editto [vedi Editto di Rotari].
Seguirono Grimoaldo [vedi], che nell’Editto pubblicato nel 668 presentò le (—) come la sostanza della normativa edittale, di cui il re si dichiarava tutore e garante, e Liutprando [vedi], nei cui Editti [vedi Editti di Liutprando], tuttavia, si assiste ad una assimilazione e fusione delle (—) con le consuetudini romane.