Carlo Alberto
Carlo Alberto (Torino 1798 - Oporto 1849)
Figlio di Carlo Emanuele di Savoia-Carignano. Durante i moti rivoluzionari del 1821 e dopo l’abdicazione del re di Sardegna Vittorio Emanuele I, assunse la reggenza dello Stato sabaudo (Piemonte e Sardegna) e promulgò una costituzione di stampo liberale, che venne subito revocata dal successore di Vittorio Emanuele, Carlo Felice [vedi].
Fu re di Sardegna dal 1831 al 1849 e sin dai primi mesi del suo regno rivelò tendenze liberali e riformatrici del diritto piemontese. Alla sua iniziativa si devono, oltre all’abolizione della feudalità in Sardegna attraverso una serie di provvedimenti emanati tra il 1832 ed il 1840, l’emanazione di un codice civile (1837) [vedi Codice albertino], di un codice penale (1839) [vedi Codici penali sardi], di un codice delle leggi penali militari (1840), di un codice di commercio (1842) e di un codice di procedura criminale (1847).
Il 4 marzo 1848 (—) concesse lo Statuto [vedi Statuto albertino], cui fecero seguito la legge elettorale politica (17 marzo) e quella sulla libertà di stampa (26 marzo). Il diritto speciale della Sardegna, che dopo l’abolizione della feudalità e dopo la codificazione generale e la concessione delle libertà politiche non aveva più ragione di esistere, fu abrogato.
Dopo l’insurrezione delle 5 giornate di Milano, (—) dichiarò guerra all’Austria (1848) ma, sconfitto a Custoza (25 luglio) e Novara (23 marzo 1849), fu costretto ad abdicare a favore del figlio Vittorio Emanuele II.
Figlio di Carlo Emanuele di Savoia-Carignano. Durante i moti rivoluzionari del 1821 e dopo l’abdicazione del re di Sardegna Vittorio Emanuele I, assunse la reggenza dello Stato sabaudo (Piemonte e Sardegna) e promulgò una costituzione di stampo liberale, che venne subito revocata dal successore di Vittorio Emanuele, Carlo Felice [vedi].
Fu re di Sardegna dal 1831 al 1849 e sin dai primi mesi del suo regno rivelò tendenze liberali e riformatrici del diritto piemontese. Alla sua iniziativa si devono, oltre all’abolizione della feudalità in Sardegna attraverso una serie di provvedimenti emanati tra il 1832 ed il 1840, l’emanazione di un codice civile (1837) [vedi Codice albertino], di un codice penale (1839) [vedi Codici penali sardi], di un codice delle leggi penali militari (1840), di un codice di commercio (1842) e di un codice di procedura criminale (1847).
Il 4 marzo 1848 (—) concesse lo Statuto [vedi Statuto albertino], cui fecero seguito la legge elettorale politica (17 marzo) e quella sulla libertà di stampa (26 marzo). Il diritto speciale della Sardegna, che dopo l’abolizione della feudalità e dopo la codificazione generale e la concessione delle libertà politiche non aveva più ragione di esistere, fu abrogato.
Dopo l’insurrezione delle 5 giornate di Milano, (—) dichiarò guerra all’Austria (1848) ma, sconfitto a Custoza (25 luglio) e Novara (23 marzo 1849), fu costretto ad abdicare a favore del figlio Vittorio Emanuele II.