Strutturalismo

Strutturalismo
Vasto orientamento di pensiero, di ricerca e di metodologia sorto e sviluppatosi principalmente in area francese tra gli anni Cinquanta e Sessanta proponendosi di applicare alle scienze umane alcuni principi tratti dalla linguistica e, in misura minore, dalla psicologia della Gestalt. L'orizzonte strutturalista tocca l'antropologia (Lévi-Strauss), la critica letteraria (Barthes, Genette, Goldmann), la psicoanalisi (Lacan), il marxismo (Althusser, Godelier, Sève), l'epistemologia (Piaget) e la filosofia della cultura (Foucault). L'importanza del movimento per la cultura francese ed europea è stata enorme e, in parte, lo è tuttora. Con lo s. giunge infatti a compimento quel lungo processo di critica dell'umanesimo (e dei suoi corollari, tra cui l'idea di soggetto come centro della storia) avviato nell'Ottocento da Marx e Nietzsche e proseguito nel Novecento da Freud e Heidegger. Da un punto di vista strettamente epistemologico è possibile rintracciare alcuni punti di contatto tra le varie applicazioni della prospettiva strutturalista. Col termine struttura generalmente si intende un insieme di fatti di eventi o di organismi in cui le singole parti sono correlate in maniera sistematica, tanto da non poter essere considerate separatamente. Donde il privilegio concesso al sistema sulla storia e sul soggetto. Lo s. è dunque una filosofia e una metodologia radicalmente anti-storicista e anti-umanista: in altre parole i concetti di spirito, vita, storia centrali nel vocabolario delle Geisteswissenschaften ottocentesche — perdono progressivamente la loro funzione di fondamento del sapere. Le scienze umane dovrebbero conseguentemente assimilare un metodo di indagine fortemente formalizzato, mutuandolo in qualche modo dalla matematica o dalla logica. Ciò che va cercato non è più lo spirito sotteso ai fatti, ma la relazione di fondo e la connessione tra essi, la struttura in grado di spiegare il maggior numero di eventi. Contro l'interpretazione storicista del corso storico in termini di divenire, sviluppo, progresso, il movimento strutturale indaga le invarianti della storia, le forme immutabili. Contro l'umanesimo (e quindi anche contro l'esistenzialismo, soprattutto nella sua variante sartriana) afferma la priorità assoluta del sistema sulla libertà umana: le strutture del linguaggio, della società, dell'organizzazione economico/politica precedono e in ultima analisi determinano le scelte singole dell'individuo dal momento che le mutazioni profonde (ad esempio, nella prospettiva genealogica di Foucault) derivano da eventi rispetto ai quali il soggetto è in larga misura estraneo.