Sonno
Sonno
Consiste in una periodica interruzione, reversibile in ogni momento, dello stato di veglia, accompagnata da perdita della reattivit à cosciente all'ambiente e da un aumento della soglia percettiva agli stimoli . Al di l à del semplice ristoro fisico, rappresenta una necessit à biologica: infatti, la deprivazione di s., portata all'estremo, è in grado di determinare la morte dell'animale da esperimento e comporta la sospensione della prova nell'uomo successivamente alla comparsa, nell'ordine, di malessere, irritabilit à, riduzione dell'attivit à motoria, allucinazioni e gravi alterazioni comportamentali. L'elemento pi ù appariscente del s. è rappresentato dalla modificazione dello stato di coscienza, con abolizione dell'attivit à motoria volontaria e caduta del tono muscolare, differente a seconda dei diversi distretti corporei e della fase del s. Non mancano, tuttavia, durante il s., attivit à motorie involontarie, prive di significato patologico, tra le quali si segnalano i movimenti oculari rapidi (REM) che accompagnano l'attivit à onirica, movimenti globali di assestamento del corpo senza significato gestuale, mioclonie ipniche, automatismi di abitudine, automatismi mimici e automatismi verbali. Tali attivit à motorie, pi ù o meno complesse, sarebbero espressione di un fenomeno di liberazione determinato dalla destrutturazione funzionale delle attivit à cerebrali superiori. Durante il s. si osservano, inoltre, modificazioni di molte funzioni vegetative, quali un rallentamento dell'attivit à cardiaca, una diminuzione della pressione arteriosa, una rarefazione e una maggiore profondit à del respiro, una diminuzione della peristalsi intestinale e delle secrezioni digestive, lacrimali e sudoripare. Subiscono modificazioni, infine, la resistenza elettrica cutanea, il riflesso psicogalvanico, la temperatura corporea (riduzione) e il diametro pupillare (miosi). In relazione al variare di alcuni parametri fisiologici, rilevabile mediante la registrazione poligrafica dell'attivit à elettrica cerebrale (EEG) e dei muscoli periorbitari (EOG), dell'attivit à del tono muscolare dei muscoli assiali antigravitari (EMG), dell'attivit à respiratoria e cardiaca (ECG), il s. è stato convenzionalmente diviso in sonno REM (caratterizzato dalla presenza di movimenti oculari rapidi) e non-REM (N-REM).
Il s. N-REM è stato a sua volta diviso in quattro stadi o fasi. In sostanza, l'attivit à EEG del s. N-REM, attraverso i diversi stadi, passa gradualmente da una condizione iniziale di desincronizzazione, con onde ad alta frequenza e bassa ampiezza, a una condizione di sincronizzazione con onde a bassa frequenza ed elevata ampiezza. Nella fase di addormentamento, l'alfa (dominante in fase di rilassamento psicosensoriale a occhi chiusi) tende a ridursi in ampiezza, a frammentarsi e a scomparire, fino a essere sostituito da ritmi rapidi di bassa ampiezza con sporadici ritmi theta (stadio 1 del s.). Passando alla fase 2, l'attivit à elettrica cerebrale è caratterizzata da un'attivit à di fondo di tipo theta di bassa ampiezza e dalla presenza di onde ipersincrone (complessi k) e da scariche a 16 Hz (dette fusi o spindles). Nella fase 3 compaiono onde delta, mentre i ritmi rapidi e gli spindles occupano una percentuale progressivamente minore del tracciato. Nello stadio 4, l'attivit à delta risulta dominante, occupando oltre il 50% del tracciato elettroencefalografico. Il tono muscolare tende a diminuire progressivamente, pur senza mai annullarsi, i movimenti oculari lenti, caratteristici della fase di addormentamento, tendono a scomparire, la frequenza cardiaca diminuisce e il respiro si fa pi ù lento, pi ù regolare e meno profondo in rapporto alle minori richieste metaboliche dell'organismo. Il s. REM, o paradosso, è caratterizzato dalla presenza di fenomeni tonici e fenomeni fasici. Tra i primi si annoverano la desincronizzazione dell'EEG (con presenza di ritmi rapidi e di basso voltaggio, simili allo stadio 1 o di veglia), talora interrotta da comparsa di scariche di onde a e la diminuzione del tono muscolare. I fenomeni fasici sono invece rappresentati da movimenti oculari rapidi (isolati o in bouff ées di 4-6 secondi), aumento della frequenza e irregolarit à dei ritmi respiratorio e cardiaco, twitches muscolari, modificazioni della resistenza elettrica cutanea ed erezione del pene. Il s. risulta inoltre caratterizzato da un andamento ciclico: durante ogni notte si susseguono 4-6 cicli, della durata di 60-90 minuti, composti da una fase iniziale di s. N-REM, cui segue una fase REM. L'organizzazione interna dei cicli varia nel corso della notte, con una progressiva riduzione della percentuale e della profondit à del s. N-REM e un aumento di durata del s. REM (da pochi minuti a 30-60 minuti), con un aumento della densit à dei movimenti oculari rapidi. La quantit à di s., entro certi limiti, sembra essere inversamente correlata all'et à, con valori variabili tra 14 e 19 ore nel neonato, prossima alle 12 ore attorno ai 4 anni, alle 8 ore nei giovani e negli adulti, fino alle 6 ore nell'anziano; le componenti REM e N-REM variano, infine, in modo disomogeneo, con una ripartizione iniziale pari a 45/55 (neonato) per giungere al 25/75 (anziano). Anche l'organizzazione del ritmo sonno-veglia subisce delle modificazioni nel corso della vita. Nel neonato e nel bambino l'organizzazione circadiana risulta infatti polifasica e influenzata, nelle prime settimane, dall'assunzione del cibo, con 7-8 cicli quotidiani, per diventare 4 attorno al primo mese, 3 dopo il primo anno, 2 verso i 4 anni, mentre non risulta possibile stabilire un'epoca precisa durante la quale il ritmo circadiano diviene irreversibilmente monofasico. Ancora non totalmente risolto appare il problema della profondit à del s., intesa come destrutturazione della coscienza e aumento della soglia degli stimoli che determinano il risveglio. Dati sperimentali e clinici sembrano concordare a proposito di un progressivo aumento di profondit à dallo stadio 1 allo stadio 4, mentre non appaiono univoci gli elementi relativi alla profondit à del s. REM, correlato all'attivit à onirica e pi ù profondo dello stadio 4 N-REM sotto il profilo elettrofisiologico, ma caratterizzato da una soglia per il risveglio simile a quella dello stadio 2 N-REM. Il s. è considerato, oggi, un fenomeno attivo, legato all'attivit à di centri ipnogeni, localizzati nella sostanza reticolare, che attivandosi periodicamente, riorganizzano l'intera attivit à neuronale ascendente e discendente. In specifico, i centri preposti alla regolazione del s. N-REM sarebbero costituiti dai nuclei caudali del tronco, i nuclei intralaminari del talamo e la regione preottica, mentre il s. REM risulterebbe legato all'attivit à dei nuclei reticolari pontini caudale e craniale e del locus coeruleus. Non completamente noti risultano i circuiti neuronali predisposti alla riorganizzazione dell'attivit à cerebrale durante il s., anche se risulta attualmente certa l'influenza esercitata da altri sistemi (afferenze sensoriali, cervelletto, talamo, cortex e sistema tubero-infundibolare) sulle strutture ipniche specifiche.