Rimozione
Rimozione
Il termine è stato coniato dalla psicoanalisi per indicare un processo inconscio che consente di escludere dalla coscienza determinate rappresentazioni connesse a una pulsione il cui soddisfacimento sarebbe in contrasto con altre esigenze psichiche. In quanto processo inconscio, la r. va distinta dalla repressione, che invece è cosciente. Il processo di r. attraversa tre fasi che Freud ha denominato:
a) r. originaria che previene l'accesso alla coscienza dei rappresentanti ideativi (pensieri, immagini, ricordi) della pulsione. Questa forma di r. costituisce il nucleo inconscio che agisce come polo di attrazione nei confronti degli elementi da rimuovere;
b) r. secondaria che è la r. propriamente detta, ossia la repulsione da parte dell'Io o del Super-Io di rappresentazioni incompatibili con le proprie esigenze;
c) ritorno del rimosso, dove gli elementi rimossi, che non vengono mai soppressi dalla r., tendono a ricomparire in forma deformata tramite i meccanismi dello spostamento, della condensazione e della conversione, assumendo il tratto tipico dei sintomi.
Secondo Freud lo sviluppo dell'Io e l'adattamento all'ambiente dipendono dalla r. originaria, senza la quale le pulsioni verrebbero scaricate immediatamente tramite l'esaudimento allucinatorio del desiderio. Nello stesso tempo, una r. secondaria eccessiva conduce a uno sviluppo difettoso dell'Io e alla comparsa di sintomi. Sulla nozione freudiana di r. riflette anche Lacan che la reinterpreta come quella sorta di discordanza tra il significato e il significante, determinata da ogni censura di origine sociale che è responsabile della scissione tra natura e cultura.