Riflessi

Riflessi
Meccanismi innati di stimolo-risposta, la cui struttura responsabile è l'arco diastaltico, costituito da una via afferente (sensitiva), da un centro e da una via efferente (motoria). La stimolazione del recettore, organo speciale di senso (terminazione cutanea o fuso neuromuscolare), inizia il r., che provoca la trasmissione dell'impulso nervoso lungo il nervo periferico sino al neurone sensitivo, posto nelle corna posteriori del midollo spinale. Lì avviene la sinapsi direttamente con il neurone motore afferente, posto nelle corna anteriori (arco monosinaptico), o con uno o più neuroni intercalari (arco polisinaptico). L'impulso transita così ulteriormente lungo il nervo motorio e viene portato a un effettore (muscolo o ghiandola), che esegue la risposta. I r. si possono dividere in: 1) profondi (o muscolotendinei o propriocettivi); 2) superficiali (cutanei o mucosi esterocettivi); 3) viscerali (o di organo). Esiste poi un quarto gruppo rappresentato da alcune risposte primitive di difesa che compaiono solo dopo lesioni del primo motoneurone.
I r. profondi sono monosinaptici, con un proprio centro spinale unisegmentale, e vengono elicitati dalla percussione con un martelletto sull'inserzione tendinea di un muscolo. In realtà, a essere stimolato non è il tendine, ma il fuso neuromuscolare. Poiché la lesione (a qualsiasi livello) del primo motoneurone causa, oltre alla paralisi dei muscoli di competenza, anche una diminuzione dell'inibizione sul tono, si avrà per conseguenza un aumento del tono stesso e quindi dei riflessi (iperreflessia). Questa può essere tale da causare una risposta multipla (r. policinetico), che può esitare in un clono, ovvero in una successione rapida e ritmata di contrazioni e decontrazioni muscolari. Questo è di solito più frequente alla rotula, al piede o alla mano. Se la lesione a livello corticale è molto estesa, il r. può essere evocato anche in aree lontane da quelle proprie (per esempio, si può evocare la risposta tipica del r. patellare percuotendo la coscia all'origine o la risposta del r. bicipitale percuotendo il deltoide alla spalla). Questo fenomeno di reclutamento sensitivo è definito estensione dell'area reflessogena. Viceversa, una lesione del motoneurone periferico (a qualsiasi livello) provoca, oltre alla paralisi, una diminuzione del tono e anche del trofismo muscolare, con conseguente diminuzione dei r., sino, nei casi estremi, alla loro abolizione (areflessia).
I principali r. profondi sono:
a) il r. masseterino, provocato dalla percussione sul mento e consistente nella successiva chiusura della bocca; ha il suo centro nel nucleo motore del V e viaggia lungo il nervo trigemino;
b) il r. bicipitale, provocato dalla percussione sul tendine del muscolo bicipite con conseguente flessione dell'avambraccio (centro C5-C6; nervo muscolo cutaneo);
c) il r. tricipitale, provocato dalla percussione sul tendine del muscolo tricipite, con conseguente estensione dell'avambraccio (centro C6-C7; nervo radiale).
d) Il riflesso radio-flessore, provocato dalla percussione dell'apofisi stiloide del radio, con conseguente flessione dell'avambraccio (centro C5-C6; nervo radiale);
e) il r. cubito-pronatore, provocato dalla percussione del dorso dell'apofisi distale dell'ulna, con conseguente pronazione della mano (centro C8-T1; nervo mediano);
f) il r. rotuleo o patellare, provocato dalla percussione del tendine del m. quadricipite, con conseguente contrazione dello stesso (centro L2-L3 - L4; nervo femorale);
g) il r. achilleo, provocato dalla percussione del tendine di Achille, con conseguente contrazione del gastrocnemio e flessione plantare del piede (centro L5-S1; nervo sciatico).
I r. superficiali sono polisinaptici polisegmentali e vengono elicitati dalla stimolazione della cute con una punta smussa o di una mucosa con un fiocco di cotone. L'interruzione dell'arco diastaltico, a qualsiasi livello, causa un'areflessia. Un'ipo- o areflessia superficiale ha rilevanza se è associata a un'iperreflessia profonda ed eventuale comparsa di r. patologici. Tale combinazione è, infatti, patognomonica di lesione del primo motoneurone. È verosimile che in tali casi l'arco r. sia interrotto a livello alto.
I principali r. superficiali sono:
a) il r. corneale (mucoso), consistente nell'ammiccamento secondario alla stimolazione della cornea con un fiocchetto di cotone (nervo afferente il V; centro nel ponte; nervo efferente il VII);
b) i r. (cutanei) addominali superiori, medi e inferiori, consistenti nella contrazione della muscolatura addominale sottostante alla cute strisciata (superiori: n. afferenti, centri e nervi efferenti T7, 8, 9, 10; inferiori T10, T11, T12);
c) i r. cremasterici (cutanei), consistenti nel sollevamento del testicolo omolaterale per strisciamento della faccia mediale della coscia (nervo afferente il femorale, centro in L1 e nervo efferente il genitofemorale);
d) il r. plantare (cutaneo), consistente nella flessione plantare del piede per strisciamento della pianta (nervo afferente ed efferente il tibiale; centro in S1, S2).
I r. viscerali (d'organo) più importanti, elicitati in diverse maniere, sono:
a) il r. fotomotore, consistente nella miosi per illuminazione della retina (nervo afferente il II; centro nel mesencefalo; nervo efferente il III);
b) il r. di accomodazione, consistente nella miosi quando il paziente guarda oggetti vicini e gli occhi convergono (nervo afferente il II; centro nella corteccia occipitale; nervo efferente il III);
c) il r. cilio-spinale, consistente nella midriasi da stimoli dolorosi (pizzicamento) in qualsiasi territorio sensitivo (di solito il collo). Dipende dall'integrità del simpatico cervicale (nervo afferente un qualsiasi nervo sensitivo; centro in T1, T2; nervi efferenti i nervi simpatici cervicali);
d) il r. del seno carotideo, consistente nel rallentamento della frequenza cardiaca e ipotensione arteriosa conseguente alla compressione del seno carotideo nel collo (nervo afferente il IX; centro nel bulbo; nervo efferente il X). È esagerato in pazienti con marcata instabilità vasomotoria.
I r. patologici sono liberati ogniqualvolta una lesione interessa il primo motoneurone. Nei neonati sono spesso presenti sino al 5-7 mese. Nella semeiotica classica ne erano descritti moltissimi, ma dopo l'introduzione della diagnostica per immagini la maggior parte è oggi considerata superata o ridondante. Ricordiamo, pertanto, qui solo il noto fenomeno di Babinski, con le sue numerose varianti e il segno di Hoffman alle dita della mano. Il clono del piede e della rotula, da alcuni autori qui inclusi, è più correttamente da inquadrare nell'ambito dei r. propriocettivi esagerati.