Psicologia clinica

Psicologia clinica
Settore della psicologia applicata che si occupa dell'applicazione dei risultati della metodologia e delle tecniche della ricerca sperimentale nell'ambito della salute mentale. Inizialmente sorge come disciplina sperimentale, le cui tecniche si rivolgono essenzialmente all'analisi delle funzioni mentali e dei corrispettivi fisiologici dell'attività psichica; è solo in seguito che viene introdotto il metodo clinico per lo studio del comportamento.
1) Il metodo clinico. La specificità della p.c. è individuabile nel metodo: mentre il metodo sperimentale come mezzo conoscitivo si avvale dell'osservazione del comportamento del soggetto agente, quello clinico ha come peculiarità il rapporto osservatore-osservato e l'osservazione rivolta non solo alla condotta del soggetto agente, ma anche al controllo dei propri stati interni. L'obiettivo di curare il soggetto viene messo in atto dalla p.c. sia attraverso questo specifico metodo di indagine, sia tramite modalità di verifica di quanto va progressivamente emergendo nel corso della terapia. Il metodo clinico, inoltre, non adotta il rigore del metodo sperimentale, attraverso le cui leggi generali vengono spiegati i comportamenti, ma una propria logica tramite cui le condotte sono interpretate. A differenza del metodo sperimentale, quello clinico va inteso in termini di conoscenza e relazione, solo successivamente come intervento e cura della malattia. Si può dire che la psicoanalisi ha portato alla p.c. la parte essenziale del metodo clinico.
2) La disciplina applicativa. Lo studio approfondito dei casi individuali, in cui il soggetto viene considerato quale totalità inscindibile, si avvale dei risultati sperimentali della psicologia generale, essenzialmente nell'ambito della personalità e della motivazione, delle conoscenze della psicologia del profondo, dell'età evolutiva, dinamica, sociale, nonché di una metodologia in cui l'elemento fondante è il colloquio, unito all'uso di test, soprattutto proiettivi, come quello di Rorschach. Tale conoscenza è volta a entrare nel mondo interiore dell'individuo e a comprenderne, da una parte, i pensieri, i sentimenti e le motivazioni, talvolta causa di un disagio esistenziale e interpersonale; dall'altra la personale e profonda sofferenza che, attraverso la compartecipazione, può favorire l'apertura a una maggior comprensione di sé e, dunque, al cambiamento e alla guarigione. La p.c. si estrinseca attraverso due differenti modalità, una di supporto e una di intervento. La prima si rivolge sia a un individuo che non è necessariamente malato o mentalmente disturbato, ma che necessita di un sostegno fornito attraverso strumenti di tipo psicodiagnostico, per far fronte a problemi psicologici in un particolare momento della sua vita; sia al personale delle istituzioni, quale il medico che opera nelle strutture sanitarie o l'insegnante. La seconda, invece, si riferisce a ciascun intervento psicoterapeutico rivolto non solo a quel soggetto i cui conflitti sono di tale entità da entrare a far parte della sfera patologica, ma a tutti coloro che possono trarre beneficio dall'essere accompagnati in un percorso di trasformazione e di crescita.
In entrambe le modalità, le funzioni essenziali assolte dalla psicologia clinica sono:
a) la diagnosi, che è il processo di raccolta delle informazioni su un soggetto finalizzato alla comprensione delle sue problematiche e a fornire, quindi, i più appropriati mezzi terapeutici per risolverle. Tale valutazione può essere descrittiva o funzionale a un determinato trattamento, a seconda che il dato da rilevare sia fisiologico, psicologico o comportamentale. Inoltre, esistono due differenti approcci valutativi correlati alle due modalità di trattamento: l'approccio psicometrico, che si basa sul confronto tra gli individui, attraverso test proiettivi od obiettivi finalizzati alla valutazione degli aspetti del soggetto correlati alle sue problematiche; e l'approccio psicodinamico, volto a valutare il tipo di intervento più adeguato;
b) il trattamento, in cui convergono tutti i modelli terapeutici che si richiamano a differenti orientamenti teorici sia per il modo di intendere la salute mentale sia per gli strumenti ritenuti necessari per assolvere alle finalità propostesi. Il tipo di trattamento viene scelto, quindi, non solo in base al tipo di problema da risolvere, ma anche in linea con l'orientamento terapeutico dello psicologo clinico;
c) la ricerca, che si riferisce all'analisi del processo di trattamento, alla verifica dei procedimenti terapeutici e diagnostici, all'individuazione di nuove modalità di intervento, nonché all'attività interdisciplinare correlata a discipline simili, come la psichiatria; la formazione, che è rivolta non solo al personale sanitario, ma anche agli educatori, agli assistenti sociali e a quegli psicologi interessati alla conoscenza dei metodi terapeutici;
d) la prevenzione, che tramite le attività di psicoprofilassi, è finalizzata alla prevenzione dell'insorgenza di condotte patologiche, come l'assunzione di alcol o droghe.