Psichiatria d’urgenza

Psichiatria d'urgenza
La definizione più accettata di urgenza in p. è una situazione di sofferenza psichica acuta e grave che richiede un trattamento immediato. Esistono quindi un elemento descrittivo e nosografico (l'acuzie), un elemento prognostico (la gravità) e un elemento terapeutico (necessità di un trattamento immediato). Alcuni autori, accanto alle situazioni psicopatologiche, hanno introdotto ulteriori elementi, come la perdita di tolleranza da parte dell'ambiente, l'interpretazione soggettiva del medico, nonché la presenza di molteplici fattori sociali, familiari ed etnico-culturali. Quando non si assiste tanto al peggioramento del paziente o a uno scompenso acuto, quanto piuttosto alla rottura di un equilibrio con l'ambiente, si parla più spesso di emergenza. In questa risaltano soprattutto problematiche di tipo psicosociale. Diverso è il concetto di crisi. L'urgenza può essere psichiatrica in senso stretto, pseudopsichiatrica quando il disturbo psichico è la manifestazione di un problema somatico, pseudosomatica quando la sintomatologia di un disturbo psichico è sia somatica sia mista. Tra le urgenze più rappresentate ritroviamo: crisi di agitazione psicomotoria, crisi d'ansia, crisi depressive e tentato suicidio, episodi psicotici acuti, delirium, sintomi somatoformi, intossicazione e astinenza da sostanze, stati catatonici. L'intervento può quindi necessitare di una risposta somatica, psichiatrica (farmacologica e psicologica) o anche socio-ambientale o giuridica. L'intervento sarà diverso a seconda della provenienza della richiesta (paziente o familiari), della situazione da gestire (a volte può essere utile e terapeutica l'attesa) e del luogo (Pronto Soccorso, territorio, ospedale generale, reparto psichiatrico). Se l'urgenza richiede necessariamente un ricovero e il paziente non accetta, può rendersi necessario procedere a un TSO.