Orale

Orale
Aggettivo utilizzato in psicoanalisi per denotare una parte del corpo, una fase dello sviluppo dell'organizzazione libidica, una forma dell'erotismo, un carattere tipologico e uno spazio primitivo. Come denotazione di una parte del corpo, il termine si riferisce alla bocca e alle parti ad essa connesse. In riferimento alla fase dello sviluppo libidico si parla di fase o. che, secondo Freud, è la prima organizzazione pre-genitale della libido che si forma nei primissimi mesi di vita del bambino e dura approssimativamente fino al secondo anno d'età. Questa fase è caratterizzata, da una parte, dall'attività della suzione, fonte di piacere e, dall'altra, dall'introiezione, cioè dall'impossessamento dell'oggetto attraverso l'introduzione o. Incorporando gli oggetti il bambino si unisce ad essi, e con essi si identifica. La comunione magica di diventare la stessa sostanza è operata dall'atto del mangiare. Per questo motivo la fase o. è chiamata da Freud anche cannibalica. Secondo Abraham la fase o. può essere distinta in due stadi: il primo, di tendenza recettivo-passiva, anteriore all'eruzione dei denti, nel quale non vi è alcun oggetto, ma solo il piacere di succhiare; il secondo, posteriore alla dentizione, che si esprime mordendo gli oggetti e costellando elementi di aggressività o sadismo orale. Nel campo dell'erotismo, secondo Freud, l'oralità si traduce in un tipo di suzione che esclude l'assunzione di cibo, che si presenta nel neonato e viene proseguita fin negli anni della maturità, mantenendosi spesso anche per tutta la vita. Secondo questa riflessione, l'atto del succhiare con delizia si combina a un contatto di sfregamento di certe parti sensibili del corpo come petto e genitali esterni, giungendo alla masturbazione. Da principio, sostiene Freud, il soddisfacimento della zona esogena era associato al soddisfacimento del bisogno di nutrizione. L'attività sessuale si appoggia in primo luogo a una delle funzioni che servono alla conservazione della vita, e solo in seguito se ne rende indipendente. Per quanto riguarda la relazione tra la tipologia del carattere e l'oralità, Fenichel distingue essenzialmente un carattere ottimista e uno pessimista. Secondo la sua teoria, una soddisfazione o. particolarmente pronunciata determina una forte sicurezza in se stessi e ottimismo, i quali possono persistere durante la vita fino a quando una successiva delusione potrebbe creare uno stato di vendicatività, legato ad un esigere continuo. Un'eccessiva privazione o., invece, determina un atteggiamento pessimistico (depressivo) o sadico, che pretende una riparazione. Se un individuo resta fissato al mondo dei desideri o., nel suo comportamento generale potrebbe presentarsi un'avversione ad aver cura di sé e probabilmente chiederà agli altri di prendersene cura. In conformità agli scopi contrastanti dei due sottostadi dell'erotismo o., questa assistenza può esprimersi tramite un'estrema passività o attraverso un comportamento sadico-orale altamente attivo. Quando si parla di spazio o. ci si riferisce alla primitiva presa di coscienza dello spazio da parte del bambino, che avviene attraverso il tatto e i movimenti di ricerca.