Opposti

Opposti
Si dicono o. due termini quando tra essi intercorre un rapporto di opposizione, relativamente ai rispettivi significati. La relazione tra due termini o. può essere di natura dialettica quando mette capo a una sintesi, o polare quando mantiene uno stato di tensione che è alla base di ogni dinamismo psichico. In ambito psicoanalitico Freud impiega il termine in due accezioni. La prima si riferisce alla trasformazione di una pulsione nel suo contrario ed è conosciuta come capovolgimento (o conversione) nell'opposto. Secondo Freud tale trasformazione si risolve nei due processi di cangiamento dall'attività alla passività e l'inversione di contenuto. Tali processi vanno trattati separatamente, poiché sono diversi nel profondo della loro essenza. Alcuni esempi del primo processo sono forniti dalle coppie antitetiche sadismo-masochismo e piacere di guardare-esibizionismo; la trasformazione nel contrario riguarda solo le mete delle pulsioni: al posto della meta attiva (martoriare, contemplare) viene instaurata quella passiva (essere martoriato, essere contemplato). Il secondo processo (l'inversione di contenuto) si riscontra solo nel caso del mutamento dell'amore in odio. Per spiegare questo fenomeno Freud introduce il concetto di riflessione, nel senso che la meta pulsionale è il soggetto stesso della pulsione. Attraverso tale concetto Freud muta la concezione del masochismo e di tutte quelle forme in cui si assiste alla correlazione attività-passività in quanto si tratta, ad esempio nel caso del masochismo, di un ritorno dell'azione contro l'Io del soggetto agente. La seconda accezione fornita al termine o. dalla psicoanalisi scaturisce da una visione della vita psichica come dominata da tre polarità: Soggetto (Io) - Oggetto (mondo esterno), Piacere-dispiacere, Attivo-passivo. Si tratta della teoria della polarità degli o. L'antitesi soggetto-oggetto si impone precocemente al singolo essere vivente, il quale apprende che mentre può ridurre al silenzio gli stimoli esterni mediante l'azione muscolare, è invece privo di difesa nei confronti degli stimoli pulsionali. La polarità Piacere-dispiacere è legata a una serie di sensazioni che puntano al mantenimento costante o del grado più basso possibile della quantità di eccitamento nell'apparato psichico, donde la tendenza a procurarsi piacere come riduzione di tensione e a evitare il dispiacere dovuto ad un aumento di essa. L'antitesi Attivo-passivo tende a confondersi con quella maschile-femminile e viene considerata come polarità biologica.
In ambito della psicologia analitica, C.G. Jung prende in considerazione gli o. a partire dal principio che la vita psichica è un sistema autoregolantesi che non può raggiungere l'equilibrio se non attraverso una contemperanza dei contrari che possono esprimersi o nella forma dell'enantiodromia o in quella della coniunctio oppositorum. Con il termine enantiodromia Jung intende la corsa nell'opposto che si verifica ogni volta che si assiste ad un'unilateralità dell'atteggiamento della coscienza nella polarità conscio-inconscio. Il termine coniucti oppositorum, invece, è un'espressione che Jung ricava dalla letteratura alchemica e impiega come metafora per indicare quell'opposizione della psiche che tende non ad annullare il contrasto ma a superarlo, arrivando ad una sintesi resa possibile dall'operare simbolico che, conformemente all'etimologia greca di syn-ballein, che significa mettere insieme, com-porre, realizza un'unità superiore attraverso l'unione delle opposte polarità presenti nella psiche di ogni individuo, come razionalità e pulsionalità, maschile e femminile, pensiero ed eros, conscio e inconscio, quanto la polarità dei due termini della relazione terapeutica: paziente e analista. Nell'ambito della psicologia del carattere, Wellek considera la relazione tra gli o. come principio esplicativo della struttura caratteriale, dove però gli o. sono considerati non nella loro sintesi dialettica, ma nella tensione della loro polarità che ne assicura la dinamica di cui la configurazione caratteriale è di volta in volta l'espressione.