Normalizzazione forzata

Normalizzazione forzata
Fenomeno neurofisiologico che avviene in pazienti con epilessia e che, secondo Landolt, si caratterizza nel modo seguente: all'occorrenza di stati psicotici, l'EEG migliora o diventa del tutto normale se paragonato ai tracciati EEG precedenti o seguenti. Successivamente Tellenbach, nel 1965, ampliò il concetto alla sintomatologia clinica (ossia ai pazienti che divengono psicotici quando sono senza crisi e che si normalizzano al riapparire delle crisi), coniando l'espressione psicosi alternante. In un primo tempo associata alle epilessie parziali, la n.f. fu poi anche osservata in caso di epilessie generalizzate. Il fenomeno può essere provocato dalla somministrazione di farmaci. Tra questi, l'etosuccimide (prima osservazione dello stesso Landolt), i barbiturici, le benzodiazepine e il vigabatrin. Sebbene la genesi della n.f. sia ignota, è indubbio che possa in qualche maniera aiutare a chiarire i rapporti tra epilessia e psicosi. In particolare, è di notevole interesse speculativo l'antagonismo biologico dei sintomi (crisi e allucinazioni o deliri).