Negazione

Negazione
Termine introdotto da Freud (in tedesco Verneinung) per indicare quel procedimento con cui il soggetto, pur formulando uno dei suoi desideri, pensieri, sentimenti fino allora rimossi, continua a difendersi da esso negando che gli appartenga. La n. si sviluppa sulla rimozione, in quanto rappresenta di frequente l'elemento indicatore della presa di coscienza di qualcosa che è stata rimossa. Si tratta di un meccanismo di difesa che ha la valenza di un indice capace di evidenziare il momento nel quale un desiderio e un'idea inconsci iniziano a emergere, sia nell'ambito terapeutico sia all'esterno. Secondo Anna Freud il metodo della n. viene usato in quelle situazioni nelle quali è impossibile sfuggire certe sensazioni dolorose provenienti dall'esterno, per cui l'Io, attraverso tale meccanismo, sfugge all'angoscia e non avrà bisogno di ricorrere a misure difensive contro i suoi impulsi istintivi né alla formazione di una nevrosi. Questo meccanismo, che può considerarsi normale in un certo stadio dell'evoluzione dell'Io infantile, è indice invece di gravi disturbi psichici se si ripresenta successivamente nella vita. In alcuni stati confusionali acuti di psicosi, l'Io del paziente si comporta esattamente nello stesso modo nei confronti della realtà. A differenza del diniego (Verleugnung), in tale forma di difesa non si giunge a un vero e proprio misconoscimento della realtà interna o esterna.