Matte-Blanco, Ignacio

Matte-Blanco, Ignacio
Psichiatra e psicoanalista cileno (Santiago del Cile, 1908 - Roma, 1995). Nella sua opera la psicoanalisi tende a fondersi con la logica. Come già per Bion, anche a suo avviso l'esperienza clinica e l'analisi dei pazienti schizofrenici risulta fondamentale nel ridefinire il significato della malattia mentale oltre che lo statuto epistemologico della psicoanalisi. Già il titolo della sua opera più famosa, L'inconscio come insiemi infiniti. Saggio sulla bi-logica (1975), svela l'ambizione di analizzare l'inconscio scoperto da Freud con gli strumenti della logica, soprattutto della teoria degli insiemi di Cantor. Secondo M.-B. la differenza tra il funzionamento dell'inconscio e quello della coscienza è di tipo logico. La logica del pensiero cosciente (quella sottesa alla conoscenza scientifica, ad esempio) è di tipo aristotelico classico, ed è modellata dai principi di causalità, di identità e di non contraddizione. La logica dell'inconscio è al contrario radicalmente altra, irriducibile alla prima e per certi versi squilibrante. Non possediamo un solo tipo di logica, sostiene M.-B., ma una dimensione doppia, una per la coscienza e una per l'inconscio: una logica bivalente (bi-logica). Come già intuito da Freud, nell'inconscio accadono fenomeni inconciliabili rispetto al pensiero cosciente. L'inconscio non ha tempo né principi di causalità; vi coesistono i contrari, avvengono spostamenti e condensazioni di senso; la realtà esterna coincide con quella psichica, l'assenza e la presenza della successione temporale si alternano, il rapporto causa-effetto è solo una successione di momenti diversi. Più precisamente, l'inconscio appare dominato da due leggi, il principio di simmetria e il principio di generalizzazione. Il primo indica la ricerca dell'identità: se A è fratello di B, B sarà fratello di A. E questo è un procedimento simmetrico che usiamo anche a livello della logica cosciente. Ma se A è padre di B, la logica comune ci dirà che non è vero l'inverso, che cioè B non è padre di A, perché B è il figlio. Questo è un esempio del tipo di proposizione detta asimmetrica che costituisce la logica comune e che permette di fare distinzioni, di stabilire connessioni, di cogliere somiglianze e differenze tra fenomeni. L'inconscio al contrario tratta anche le proposizioni asimmetriche come fossero simmetriche: se A è padre di B, anche B sarà padre di A. Se un punto è parte di una linea, anche la linea sarà parte del punto. Portato alle estreme conseguenze, si arriva la paradosso che se l'essere precede il nulla o se la vita precede la morte anche il nulla anticiperà l'essere e la morte la vita. Non solo: attraverso il principio di generalizzazione l'inconscio tratta ogni elemento come parte di un altro elemento, ogni insieme come parte di altri insiemi in un processo interminabile: l'inconscio, secondo M.-B., funziona propriamente come l'infinito matematico. È evidente da queste premesse che se la vita umana si organizza su un'antinomia fondamentale, se siamo scissi tra un modo cosciente che usa la divisibilità, la differenza, la temporalità, e un modo inconscio che afferma l'identità senza tempo del tutto (una posizione che ha fatto pensare a Parmenide), anche la dicotomia tra malattia mentale e normalità va ridefinita come una questione di prevalenza di un tipo di logica sull'altro. Se lo schizofrenico è definibile come soggetto nel quale la logica simmetrica e paradossale dell'inconscio ha preso il sopravvento su quella asimmetrica e razionale della coscienza, il compito dell'analista consisterà nel tentativo di tradurre il disordine della psicosi, espressione della logica inconscia, nell'ordine razionale della coscienza.