Mania
Mania
Disturbo psichiatrico caratterizzato da estrema euforia, illimitata fiducia in se stessi, disinibizione, fuga dispersiva di iniziative e idee che irrompono al di fuori di ogni contesto biografico cui il soggetto si rapporta. Secondo Jaspers la m. è caratterizzata da un'immotivata allegria ed euforia primaria, da una modificazione del corso psichico nel senso della fuga delle idee e dell'aumento delle capacit à associative. In tale contesto, si manifesta anche un incremento della spinta sessuale, cos ì come aumentano l'impulso a muoversi e a parlare. Tutte le cose, il mondo intero e l'avvenire appaiono al malato nella luce pi ù rosea; tutto è splendido ed ogni cosa restituisce la massima felicit à possibile. La volubilit à e la discontinuit à che caratterizzano il paziente maniacale, mostrano la sua incapacit à a relazionare s é e gli altri al contesto in cui ciascuno è inserito. Questo difetto di rappresentazione fa s ì che il paziente maniacale percepisca non solo il tempo come pi ù breve, ma anche lo spazio come pi ù piccolo. Questi trasporta il suo modo di essere, fugace o saltellante anche nel contatto con il tempo, al mondo in quanto tale: egli vive in un presente che non si lega e non si ordina con gli avvenimenti del passato, in una continuit à biografica che si proietta verso il futuro (vive cio è il puro presente senza possibilit à di temporalizzazione). Il paziente maniacale vive di istante in istante e non riesce a trovare obiettivi da condividere con gli altri uomini. Lo spazio è senza limiti, aperto, le distanze cancellate. Tutto sembra vicino e immediato: egli ha davanti a s é tutto, tutto è a portata di mano e, in forza di ci ò, si sente onnipresente e padrone di ogni cosa. Ma cose e persone, perdendo la loro reciproca distanza, perdono anche il rilievo significativo e cadono nell'omogeneizzazione e nel livellamento. Tutto nel mondo maniacale è leggero, evanescente, impalpabile e, al tempo stesso, di una lucidit à e di una chiarezza abbagliante, da rendere ancora pi ù inconsistenti e vaghi i contorni delle cose. Il rapporto con l'altro, sebbene appaia aperto, è in realt à superficiale e labile. Il paziente maniacale, infatti, è incapace di rappresentare l'altro come proprio simile, cos ì come è incapace di rappresentare il proprio Io: l'altro non è mai percepito nella sua intenzionalit à, ma ridotto a cosa o oggetto. La psicosi maniacale è generalmente ad andamento acuto e contrariamente alla depressione si realizza un'esaltazione di diverse funzioni: affettive, intellettive, psicomotorie, neurovegetative. A determinarla convergono tre sintomi fondamentali: esaltazione dell'umore, iperprassia, accelerazione del pensiero. L'inizio è spesso brusco, o in altri casi pu ò essere meno improvviso e preceduto da prodromi che tendono a ripetersi regolarmente ogni qualvolta si profila la recidiva di un accesso. Tali prodromi possono essere di natura somatica (astenia, cefalea, malessere generale e soprattutto insonnia) o anche di ordine psichico e allora rivestono una configurazione clinica unitaria che costituisce il quadro dell'ipomania che in forma attenuata ripete i lineamenti clinici della m. Per ipomania si intende un disturbo nel quale, accanto alle anomalie del sonno (insonnia) sono evidenti un'accelerazione delle attivit à motorie, un'esaltazione delle iniziative e delle operazioni intellettive (che appaiono sempre precipitose, con alterazione dei ricordi) e un innalzamento del tono dell'umore fino all'euforia non molto intensa. Il paziente senza alcuna inibizione si apre al mondo e verso gli altri, ricerca contatti sociali, considera tutte le situazioni con roseo ottimismo, assume pose stravaganti, manifesta nelle relazioni interpersonali una sicurezza presuntuosa o una eccessiva e facile arguzia, che facilmente per ò deborda in critiche e sarcasmi; sempre molto estroverso, il paziente sprizza energia, si entusiasma facilmente anche per programmi irrealizzabili; non accetta giudizi sul suo conto e, facilmente irritabile, pu ò diventare aggressivo o presentare esplosioni di collera per motivi insignificanti. L'allegria nell'ipomania è ancora contenuta entro limiti determinati e l'iperattivit à riesce, almeno per certi aspetti, ad essere efficiente e valida per alcune iniziative, alquanto rischiose, che il soggetto non avrebbe affrontato in condizioni psichiche normali. L'episodio maniacale è di solito di pi ù breve durata rispetto a quello depressivo e si esaurisce in un tempo che va da qualche settimana a 2-3 mesi, con oscillazioni nell'intensit à della sintomatologia. La durata si è attualmente abbreviata in misura notevole per l'efficacia degli psicofarmaci. Il miglioramento coincide con la ricomparsa del sonno, la guarigione subentra in circa il 90% dei casi.