Linguaggio

Linguaggio
Funzione superiore che si realizza attraverso parole, segni grafici e gestuali, aventi valore semantico. Il l. è una manifestazione della necessità relazionale dell'individuo. I disturbi del l. possono essere di origine neurologica e/o psichiatrica. I disturbi di natura neurologica sono racchiusi nelle disartrie e nelle afasie. I disturbi di origine psichiatrica vengono valutati in senso quantitativo, ovvero nel numero di parole espresse nell'unità di tempo, spontaneamente o dietro richiesta del clinico; e in senso qualitativo. L'esame qualitativo del l. può evidenziare:
a) povertà di linguaggio: poche parole nell'unità di tempo, risposte brevi, concrete, non elaborate; scarso l. spontaneo, privo comunque di informazioni, che si differenzia dalla povertà di contenuto del l. che consegue a una povertà di contenuto e di pensiero;
b) linguaggio ridondante: abbondanza di parole e particolari, anche non richiesti; tipico degli stati ansiosi, delle fasi maniacali del disturbo bipolare e dei disturbi da uso di sostanze;
c) tempo di latenza di risposta: tipicamente aumentato nella depressione e nella demenza; diminuito nella mania.
L'esame qualitativo considera la rapidità di flusso verbale (produzione di sequenze ininterrotte di parole e la scorrevolezza del l. spontaneo, l'intonazione della voce, la forma etc.) e può evidenziare:
a) eloquio rallentato, difficoltoso (bradifrasia) nella depressione o in patologie organiche;
b) assenza di espressione verbale o mutismo nella depressione e nella schizofrenia catatonica;
c) eloquio rapido o incalzante (tachifrasia), sino alla logorrea, tipico del disturbo bipolare e da uso di sostanze;
d) disfonie o alterazioni del l. fonico: il tono aumenta nell'eccitazione maniacale o isterica, diminuisce nella depressione e nella schizofrenia con sintomi negativi; l'afonia può essere sintomo di conversione nell'isteria;
e) linguaggio incoerente, scucito, con perdita dei nessi associativi sino alla schizofasia (la cosiddetta insalata di parole), con stereotipie e neologismi, come nella schizofrenia;
f) deragliamento, progressivo allontanamento dall'argomento iniziale di un discorso che segue i pensieri del paziente, presente nella mania e schizofrenia;
g) linguaggio tangenziale, che inizialmente persegue l'obiettivo da raggiungere, salvo poi discostarvisi; a differenza del deragliamento, non viene perso completamente il nesso tra contenuto della risposta e la domanda dell'esaminatore;
h) blocchi o intoppi del linguaggio: arresto per alcuni secondi o minuti del discorso, che poi viene ripreso senza continuità con l'argomento iniziale;
i) linguaggio circostanziato: ricchezza di dettagli e giri di parole per arrivare allo scopo;
j) linguaggio prolisso, iperelaborato, vischioso, perseverante: più tipico di patologie cerebrali organiche, come da lesione del lobo temporale;
k) mussitazione: estremo distacco fra una parola e l'altra, sino a perdere il senso della frase;
l) angofrasia: parola sospirata e stentata, tipica degli ansiosi e dei depressi gravi;
m) ecolalia ed ecofrassia: ripetizione automatica rispettivamente dell'ultima parola o frase udita, tipica delle forme catatoniche;
n) coprolalia: inserzione di parole oscene nel discorso; presente nella sindrome di Tourette;
o) perseverazione, o ripetizione di una stessa parola, idea o argomento nel discorso, tipica di forme organiche, come le demenze;
p) neologismi: creazione di parole nuove da parte del paziente;
q) stereotipie verbali, ripetizione di parole o frasi, spesso senza significato;
r) metalinguaggio: messaggio che trascende il significato reale delle parole usate. L'esame del contenuto del l. rientra nella valutazione psicopatologica del suo contenuto.
Altri disturbi del l. di interesse psichiatrico sono rintracciabili:
a) durante alterazioni dello stato di coscienza, in cui il l. diviene lento, stentato, difficoltoso, con parafasie, neologismi, anomie. Vi è alterazione della ripetizione e della comprensione orale, così come della comprensione dello scritto;
b) nei deficit intellettivi, in cui emerge difficoltà di comprensione del significato delle parole e di elaborazione concettuale, che si accompagna a espressività di tipo infantile;
c) nella balbuzie: difficoltà articolatoria di suoni labiali, linguali, nasali, pronunciati con ritardo, violenza o ripetuti, che interferisce con la conversazione. Viene esacerbata in situazioni di stress emozionale. Può originare nell'infanzia o nell'adulto. Quest'ultima può avere origine neurogena. Mentre la balbuzie dell'infanzia migliora alla 10a-15a ripetizione della frase, questo non avviene nella forma neurogena;
d) nelle disartrie funzionali: difficoltà di articolazione della parola presenti in stati ansiosi, epilessia, disturbi da uso di sostanze, uso di psicofarmaci (ad esempio, sedativi, antidepressivi e neurolettici);
e) nel linguaggio grafico: la scrittura e l'espressione scritta appaiono alterate in diverse condizioni neuropsichiatriche. Negli alcolisti vi può essere una scrittura leggera e tremula. In alcuni disturbi extrapiramidali (come il morbo di Parkinson) è tipica una scrittura piccola (micrografia). Negli stati di eccitazione sono tipici caratteri grandi e ben marcati. Nelle fasi maniacali si può avere graforrea (scrittura rapida, ricchezza di parole, contenuti correlati all'euforia o alla disforia). Una graforrea con numerosi particolari e contenuti mistico-teleologici è talora osservata nel paziente epilettico temporale. Nel depresso il rallentamento psicomotorio si esprime anche nella scrittura. Nel demente vi sono parole incomprensibili, caratteri irregolari, più direzioni di scrittura e difficoltà di copiatura;
f) nel linguaggio gestuale: l. mimico o non verbale delle mani e del capo. Sotto il profilo clinico-psichiatrico, durante l'eccitamento maniacale si ha ipersemia (aumento della gesticolazione con vivacità, piacere, grandiosità). L'ipersemia può divenire esplosiva negli epilettici temporali e nei paranoidi, così come nei disturbi borderline di personalità. Una riduzione della gestualità (iposemia) sino alla sua assenza (asemia) è presente nei depressi. Nella parasemia i movimenti sono privi di significato comprensibile e senza corrispondenza con il contenuto verbale o emozionale; è presente nella schizofrenia e nella mania.