Kohut, Heinz

Kohut, Heinz
Psicoanalista statunitense di origine austriaca (Vienna, 1913 - Chicago, 1981), esponente tra i principali della psicologia del sé. Si laurea in medicina nel 1938 e inizia ad esercitare come neurologo. Nel 1939 si trasferisce negli Stati Uniti. Svolge importanti funzioni nel Chicago Institute for Psychoanalysis e nella American Psychoanalytic Association, di cui è presidente nel 1964-65. Vicepresidente della International Psychoanalytic Association dal 1965 al 1973, negli ultimi anni di vita è docente di psicoanalisi all'Università di Cincinnati. Quando nel 1965 esce l'opera Forme e trasformazioni del narcisismo K. è all'apice della carriera all'interno della psicoanalisi ufficiale. Le sue osservazioni sul narcisismo provocarono, in una prima fase, scarsi dissensi. Anche l'opera Il trattamento psicoanalitico dei disordini della personalità narcisistica (1968) incontrò una buona accoglienza. Alla fine degli anni Sessanta, tuttavia, K. pubblica Narcismo e analisi del Sé, il testo che segna un allontanamento netto dalla tradizione dell'analisi classica. Il postulato innovativo della teoria di K. sulla cura del Sé è riferito all'analisi dei disturbi narcisistici della personalità, ritenendo che in tale condizione tutti i difetti esistenti nel Sé si mobilitino spontaneamente come traslazioni d'oggetto Sé narcisistiche. Vi sono forze che si oppongono al dispiegarsi della traslazione, ma il Sé difettoso del paziente con un disturbo narcisistico della personalità si mobiliterà a completarne lo sviluppo cercando di stabilire un arco di tensioni dalle ambizioni di base verso gli ideali di base. Un tale arco di tensione costituisce l'essenza dinamica del Sé completo, ed è l'immagine di quella struttura il cui formarsi rende possibile una vita appagante, creativa, produttiva. In altri termini il Sé, apparato psichico primitivo, deve raggiungere un grado elevato di coesione e integrazione, essenziale per lo sviluppo successivo dell'Io. Il modo in cui la psicologia analitica di K. affronta i disturbi edipici è a prima vista simile a quello dell'analisi tradizionale: si cerca di facilitare il dispiegarsi della traslazione edipica tramite l'analisi sistematica delle difese, evitando interpretazioni premature della traslazione, e dedicando una seconda fase, più lunga, all'interpretazione e all'elaborazione. K. ritiene che il complesso edipico patogeno sia incastonato in un disturbo Sé/oggetto Sé e che, sottostante alla bramosia sessuale e all'ostilità, esista uno strato di depressione e di diffusa rabbia narcisistica. Il processo analitico si dovrà, dunque, soffermare sulla depressione profonda e sull'individuazione dei fallimenti degli oggetti-Sé edipici dell'infanzia. Il Sé sano che può alla fine instaurarsi può non risolversi nella riattivazione e risoluzione dei conflitti edipici, secondo la teoria freudiana classica, o nel definitivo superamento degli starti più arcaici di depressione, sospetto, rabbia, secondo la teoria kleiniana. La salute psichica è vista da K. come completezza strutturale e funzionale di un settore del Sé: è necessaria una nuova definizione dell'essenza del Sé e una nuova definizione teorica del suo sviluppo strutturale. Per produrre una guarigione non solo sintomatica, il processo terapeutico deve penetrare oltre gli strati organizzati, ossia le strutture difensive, del Sé del paziente, e permettere una nuova prolungata sperimentazione delle oscillazioni tra quello che Kohut chiama il caos prepsicologico e la sicurezza fornita dalla fusione primitiva con un oggetto Sé arcaico. La terapia analitica non può creare un Sé nucleare, ma il paziente può usare il terapeuta come oggetto-Sé per costruire nuove strutture difensive e per consolidare quelle già esistenti. Si deve instaurare una traslazione d'oggetto Sé in cui le strutture difensive minacciate sono offerte all'approvazione speculare del terapeuta oggetto-Sé, o in cui la personalità del terapeuta oggetto-Sé viene utilizzata, attraverso idealizzazioni finalizzate a uno scopo, per rafforzare le strutture difensive del paziente.