James, William

James, William
Filosofo e psicologo statunitense (New York, 1842 - Londra, 1917). Si laurea in medicina nel 1869 all'Università di Harvard, ma negli anni successivi si dedica allo studio della filosofia e della psicologia, di cui negli Stati Uniti sarà il primo docente universitario (ad Harvard, dove, a partire dal 1873, fonda uno dei primi laboratori di psicologia sperimentale). Fece parte del Metaphysical Club, un gruppo al quale parteciparono anche Peirce, Holmes, Green, e da cui si sviluppò la corrente filosofica denominata pragmatismo, di cui J. è, insieme a Peirce, l'esponente più rappresentativo dell'Ottocento. Nel 1890 ottiene, sempre ad Harvard, la cattedra di filosofia, e pubblica i Principi di psicologia (1890), summa del sapere psicologico ottocentesco, opera che contiene in nuce i principi del funzionalismo, corrente filosofica di matrice darwiniana che considera i fenomeni psichici non come strutture, ma come funzioni dell'organismo. La realtà psichica è vista come flusso di coscienza (stream of consciousness) da descriversi nella sua immediatezza che esclude ogni riferimento a strutture di ordine metafisico. In questo modo J. si contrappone all'assocaizionismo, che presuppone una mera giustapposizione di sensazioni distinte e indipendenti. Secondo J., inoltre, l'ambiente esterno influenza la vita psichica, la quale a sua volta, in risposta alla sollecitazione ricevuta, esercita una sorta di retroazione sull'ambiente. In filosofia J. è considerato, insieme a Peirce, il fondatore del pragmatismo; riprese, infatti, la teoria di Peirce per cui il pragmatismo è innanzitutto un metodo per determinare il significato delle idee in base alle loro conseguenze pratico-sperimentali. La verità di un'idea viene, dunque, a coincidere con il suo riscontro pratico e con il potere che essa ha di adattarsi alla realtà. Tra le altre opere: La volontà di credere e altri saggi di filosofia popolare (1897); La varietà dell'esperienza religiosa (1902); Pragmatismo (1907); Il significato della verità (1909); Un universo pluralistico (1909); Alcuni problemi di filosofia (incompiuta, 1911) e Saggi sull'empirismo radicale (postuma, 1912).