Ipocondria

Ipocondria
Il termine indica la paura e la preoccupazione di avere una malattia fisica per lo più grave, pur in assenza di conferma obiettiva. Il paziente è convinto di essere affetto dalle più disparate patologie e la sua principale preoccupazione è verificare questa sua convinzione: infatti, chiede continuamente consulti medici, si sottopone a molti esami, è attento a ogni piccola variazione somatica e, a volte, riesce addirittura a convincere della necessità di essere operato. I soggetti con questo disturbo spesso ritengono di non essere curati adeguatamente e hanno la tendenza a cambiare ripetutamente medico in seguito all'insorgenza inevitabile di un deterioramento del rapporto medico-paziente. La tematica ipocondriaca può essere presente in persone cosiddette normali, in particolare legata a certi momenti della vita o a situazioni ambientali predisponenti; per contro, può essere compresa in vari disturbi psichiatrici, che vanno dai timori presenti in personalità ossessive o narcisistiche fino al delirio ipocondriaco o di trasformazione della schizofrenia o della depressione maggiore con manifestazioni psicotiche. In quest'ottica, l'i. è stata suddivisa in due categorie: una forma secondaria, in cui il disturbo si presenta concomitante ad altre patologie psichiatriche, e una forma primaria, in cui il quadro si manifesta isolato. Infatti, è solo quest'ultimo fenomeno che il DSM-IV-R include nel termine ipocondria, comprendendolo tra i disturbi somatoformi; il manuale sottolinea che la durata dev'essere di almeno 6 mesi e che la convinzione di essere affetto da una malattia non deve avere la fissità e l'intensità di un vero delirio somatico. Il decorso è cronico, con oscillazioni temporanee; l'età di insorgenza è varia e, analogamente, non è ben precisata la prevalenza del disturbo nella popolazione, ma è stato osservato, in base a rilevazioni compiute nell'ambito della medicina generale, che l'i. nella popolazione mostra una percentuale variabile dal 3% al 14%. Dal punto di vista eziologico, l'interpretazione psicodinamica freudiana individua nella sofferenza fisica un'inconscia gratificazione in seguito all'alterato rapporto relazionale con il proprio corpo. Successivamente, altri autori hanno tentato di interpretare l'i. come la manifestazione somatica di spinte aggressive e ostili che non trovano altra via di estrinsecazione. In alcuni casi, il disturbo rappresenterebbe un meccanismo di difesa dell'ego nei confronti di sentimenti di mancanza di autostima e inutilità. Nell'accezione cognitivista, l'i. insorge quando uno stato di eccessivo iperarousal o la presenza di depressione amplifica le normali sensazioni corporee, innescando un modello circolare dovuto al potenziamento degli schemi cognitivi. Nell'interpretazione socioculturale, l'incapacità di rispettare i ritmi lavorativi e di sostenere il carico di responsabilità predispone alcuni soggetti ad assumere il ruolo privilegiato di malato che risulta sostenuto dall'atmosfera di comprensione, attenzione e aiuto che caratterizza chi assiste il malato immaginario magistralmente descritto da Molière. Il quadro clinico è caratterizzato da sintomi che variano da caso a caso, con particolare attenzione alle proprie sensazioni corporee; se è presente una patologia organica di lieve entità, la sofferenza viene amplificata al di là della realtà. Sono stati individuati, anche se non ancora confermati da ampie casistiche, alcuni tratti personologici che più frequentemente risultano associati al disturbo ipocondriaco: la personalità narcisistica, quella ossessiva e quella masochistica. In ogni caso, è stata osservata la costante presenza di ansia e depressione insieme ai tratti compulsivi di personalità. Il grado di compromissione sociale e lavorativo può essere elevato, portando in alcuni casi il malato ad assumere veri e propri atteggiamenti da invalido, talora ricorrendo a un uso eccessivo di farmaci e manifestando dubbi sulla negatività degli esami e sulle rassicurazioni del proprio medico curante. Come già precedentemente sottolineato, spesso il malato ricorre al consulto di vari medici poiché non trova mai piena soddisfazione. La diagnosi differenziale va posta in un primo tempo nei confronti delle malattie organiche, in modo da non sottovalutare il rischio di un'inadeguata valutazione dei sintomi; lamentele ipocondriache possono essere presenti nei disturbi dell'umore (quadro che da alcuni autori viene indicato con il termine di depressione mascherata di tipo somatico, quando cioè la preoccupazione per la propria salute assume un aspetto prevalente), nel disturbo delirante di tipo somatico della schizofrenia, nei disturbi d'ansia, nelle fobie semplici, nel disturbo ossessivo-compulsivo, nei disturbi di panico e nelle depressioni con manifestazioni psicotiche. La terapia è particolarmente difficile anche perché i pazienti tendono a opporsi al trattamento psichiatrico, ribadendo l'origine somatica alla base del proprio disturbo. Determinante risulta in questo caso l'instaurarsi di un buon rapporto medico-paziente, basato sulla fiducia e sulla sincerità. Non può essere negata l'attenzione al sintomo fisico, ma il curante dev'essere fermo nel negare procedimenti diagnostici e terapeutici intensivi. Alcuni risultati si sono ottenuti con interventi a breve termine di tipo cognitivo-educazionale, oppure basati su terapie comportamentali; non risulta di solito efficace la psicoterapia tradizionale, mentre buone risposte sono state ottenute dalla psicoterapia di gruppo. La farmacoterapia si limita ai casi in cui vi è una condizione sottostante di disturbo d'ansia o di disturbo dell'umore: in queste circostanze è indicato l'impiego, per brevi periodi, di benzodiazepine o di benzamidi sostituite oppure l'uso, anche a lungo termine, di antidepressivi come gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina).