Ipnosi
Ipnosi
Particolare stato di coscienza, caratterizzato da uno stadio intermedio tra la veglia e il sonno, denominato trance , che permette di influire sulle condizioni psichiche, somatiche e viscerali di un soggetto per mezzo di un rapporto creatosi tra lui e un'altra persona o che lui stesso pu ò indursi attraverso determinate metodiche (autoipnosi). In tale stato psichico si assiste a una riduzione delle capacit à critiche, a un aumento della suggestionabilit à e a una limitazione dell'attenzione alle sole richieste formulate dall'ipnotizzatore. Il soggetto regredisce a livelli arcaici di funzionamento mentale e di comportamento, caratterizzato da fenomeni di ideoplasia controllata, ossia di trasformazione in realt à soggettiva e oggettiva di quanto viene intensamente immaginato. L'i. è stata proposta in Europa da Mesmer, il quale ipotizzava la possibilit à di far passare un fluido magnetico da un soggetto a un altro, e da Braid, che propose un'interpretazione neurologica con il metodo dell'induzione verbale. Allo studio specifico si dedic ò dapprima Charcot, che ne distinse gli stadi (letargo, catalessi e sonnambulismo) e le concomitanti modificazioni organiche relative al tono muscolare e ai movimenti riflessi, e in seguito Freud, che utilizz ò l'ipnosi nella terapia dell'isteria seguendo il metodo catartico, consistente nel far defluire o abreagire la carica emotiva, impedendo che questa cerchi vie anormali di sfogo attraverso la manifestazione di sintomi. Tale tecnica fu in seguito abbandonata a favore della psicoanalisi, in quanto tale stato di semi-incoscienza non consentiva al paziente di elaborare il proprio vissuto psichico. Accanto alla psicoanalisi persistono due forme legate al trattamento ipnotico: l'ipnoterapia e l'ipnoanalisi. L'i. è attualmente una tecnica che viene utilizzata come strumento di ricerca sulle modalit à psico-fisiobiologiche con cui si attua l'interazione mente-corpo e come mezzo di intervento psicoterapico in quanto metodologia che si avvale dei fondamenti della psicodinamica e delle conoscenze psicoanalitiche integrate a quelle di neurologia, medicina, psicosociologia e neurolinguistica. Il substrato organico dell'i. sembra risiedere a livello centrale in strutture differenziate, collegate fra loro da specifiche connessioni sinaptiche e neurormonali a formare gruppi funzionali. Sono sicuramente coinvolti la corteccia cerebrale, il sistema fronto-limbico ipotalamico, la sostanza reticolare ascendente di attivazione e i suoi nuclei specializzati pontini (in specie, il locus coeruleus). L'i. è mediata da contenuti comunicativi che sono le suggestioni, le quali possono essere proposte dall'ipnotista o autoindotte. La suggestione pu ò essere espressa verbalmente e/o non verbalmente ed essere diretta, cio è riconosciuta dal soggetto come rivolta alla sua parte cosciente, o indiretta, cio è rivolta alla sua parte inconscia e da lui non compresa. Il monoideismo ideoplastico trasforma la suggestione da pensata in vissuta, avviando l'i. La trance ipnotica viene indotta secondo vari procedimenti, il pi ù comune dei quali consiste nell'invitare il paziente a fissare un oggetto molto vicino e successivamente nel suggerirgli uno stato di profonda stanchezza. Gli aspetti dinamici che caratterizzano l'induzione ipnotica sono di tipo regressivo: a) la riduzione delle afferenze sensoriali, poich é in assenza di stimolazioni sensoriali il soggetto tende ad allucinare in quanto deve mantenere la sua corteccia sotto l'influsso di una stimolazione continua; b) la restrizione della motilit à, per ridurre il contatto realistico con il mondo esterno; c) la manipolazione dell'attenzione, che trasferisce l'attenzione del soggetto sulle proprie funzioni mentali; gli stimoli ripetitivi o impositivi esauriscono l'attenzione disponibile e producono un impoverimento ideativo.
Il punto di arrivo dell'induzione è rappresentato dallo stato ipnotico, che si caratterizza per una modificazione della funzione dell'Io, in cui le idee vengono sostituite da immagini visive e acustiche, e da un transfert ipnotico, in cui l'attenzione diventa selettiva e il soggetto ascolta solo la voce e i comandi dell'ipnotizzatore, assumendo ruoli inconsueti come la simulazione di comportamenti di et à trascorse o di altre persone. Lo stato ipnotico pu ò raggiungere diversi livelli di profondit à; ne vengono classicamente descritti 8, ciascuno dei quali presenta i sintomi della fase precedente e ne comporta di nuovi. Sono rappresentati da un I livello con torpore, seguito da un II livello con fenomeni catalettici di breve durata; un sonno leggero con catalessia di maggior durata si riscontra al III livello di profondit à della trance ; nella fase successiva abbiamo sonno profondo, mentre al V livello si manifestano contrattura, analgesia suggestiva e discreta amnesia; obbedienza automatica con amnesia pi ù profonda caratterizzano il VI livello, allucinabilit à positiva, sonnambulismo e amnesia completa spontanea compaiono al VII; allucinabilit à negativa durante la trance e in postipnosi si ottengono solamente all'VIII livello. L'intervallo di tempo tra la conclusione del trattamento ipnotico e l'esecuzione dell'azione suggerita in stato ipnotico è definito stato postipnotico. Le modalit à di applicazione nell'ambito psicoterapico dell'i. possono essere varie. In primo luogo, pu ò essere indicata come tecnica di rilassamento, in quanto alcune reazioni neurofisiologiche dello stato di trance antagonizzano lo stato d'ansia. Un secondo impiego è come tecnica comportamentista, con interventi destrutturanti su comportamenti patologici e ristrutturanti comportamenti pi ù adeguati. Infine, pu ò essere utilizzata nell'ipnoanalisi, in cui viene analizzato il materiale analitico emerso durante lo stato di trance ipnotica. In ambito clinico, l'i. viene impiegata nel trattamento di sindromi psiconevrotiche neurasteniche a marcata componente cenestopatica ipocondriaca. Pu ò essere inoltre utile nei disturbi somatoformi e nelle varie forme di conversione somatica (paralisi isteriche, afasie, manifestazioni pseudosincopali o pseudoepilettiche, disfagie, sindromi vertiginose, turbe dell'alvo etc.) o psichica (nevrosi isteriche, amnesie, stati crepuscolari, arresti psicomotori etc.); inoltre, è utile nelle forme psicogene delle sindromi postraumatiche da stress, nelle sindromi ganseriformi e nella pseudodemenza. Altri campi d'impiego sono le nevrosi d'ansia e fobiche, il controllo dell'obesit à, dell'alcolismo, delle tossicomanie e del tabagismo. Particolare prudenza viene consigliata nei pazienti psicotici per il rischio di scompensi di tipo dissociativo. L'impiego dell'i. risulta abbastanza diffuso anche al di fuori del campo psichiatrico e in particolare in chirurgia, dove viene talora applicata in ambito analgesico. L'anestesia ipnotica è di grande aiuto, ad esempio, negli interventi di chirurgia plastica, dove l'innesto di lembi cutanei deve essere seguito da settimane di immobilit à. Altro vantaggio del paziente ipnotizzato su quello narcotizzato è che il primo pu ò facilitare il lavoro del chirurgo durante l'intervento. Secondo vari autori, l'uso dell'i. abbrevia il decorso post-operatorio, previene dolori e vomito e favorisce la cicatrizzazione. Molto utile risulta talvolta la cosiddetta anestesia bilanciata , procedimento in cui l'anestesia farmacologica è preceduta dall'i. Numerosi sono stati, nel corso degli anni, gli interventi chirurgici praticati in stato sonnambolico (appendicectomia, erniectomia, tonsillectomia, interventi odontoiatrici, oculistici, ostetrici etc.); al risveglio si registra un'amnesia completa per l'evento e un buon decorso post-operatorio. Non sono ancora del tutto chiari i meccanismi neurofisiologici e psicologici alla base dell'analgesia ipnotica. Ovviamente, si pensa che i procedimenti psicologici intellettivi ed emotivi abbiano la possibilit à di influenzare l'equilibrio delle sinapsi dei centri nervosi dove convergono stimoli periferici sensitivi centripeti e centrali centrifughi; in tal senso, verrebbero modificate, in modo parzialmente conscio, la conduzione e la percezione del dolore mediante un'interazione continua tra eccitazione e inibizione. Si è pertanto parlato di lobectomia psicologica e di atimia percettiva , ossia la soppressione in i. delle componenti emotivo-affettive del dolore e la conseguente indifferenza del soggetto dovuta all'eliminazione centrale dei circuiti limbo-ipotalamici coinvolti nei processi di integrazione cenestesica affettiva. Esiste, infine, anche un'interpretazione biochimica che prevede come il cervello in ipnosi, o durante particolari stati di coscienza, possa sollecitare la produzione di endorfine, sostanze morfino-simili neutralizzanti lo stimolo algico.