Insonnie
Insonnie
Disturbi del sonno. Possono essere cos ì classificate.
1) Insonnia primaria. Il termine primaria indica che l'i. si manifesta indipendentemente da qualsiasi altra condizione fisica o medica. È una forma di i. dipendente da fattori di stress generici che determinando tensione interiore. È caratterizzata da difficolt à nell'addormentamento, ripetuti risvegli notturni e una pessima qualit à di sonno che persistono da almeno un mese. Il trattamento pu ò comprendere le tecniche di decondizionamento, la meditazione trascendentale, musiche rilassanti, sedativi o ipnotici somministrati con attenzione.
2) Insonnia da errata percezione del sonno (pseudoinsonnia). Viene riferita dai pazienti un'incapacit à di addormentarsi o veglia completa per tutta la notte, con attivit à mentale notturna molto intensa, senza apparenti reperti di alterazione oggettiva. Rappresenterebbe meno del 5% delle i., se non trattata pu ò cronicizzate o aggravarsi con la comparsa di disturbi depressivi e/o d'ansia.
3) Insonnia idiopatica. È rappresentata dall'incapacit à di ottenere un sonno soddisfacente sin dalla nascita, con marcato allungamento della latenza di addormentamento, forte riduzione dell'efficienza del sonno con incremento del numero e della durata dei risvegli notturni. È un disturbo che insorge alla nascita e presenta andamento cronico, costituendo meno dell'1% delle i. Risultano utili le tecniche di rilassamento e gli antidepressivi.
4) Insonnia da disturbi psichici. L'i. nelle affezioni psichiatriche costituisce un sintomo di frequente riscontro, soprattutto in corso di disturbi d'ansia, disturbi dell'umore e schizofrenia. L'i. indotta da ansia si manifesta pi ù spesso con la difficolt à a iniziare e a mantenere il sonno, mentre in corso di disturbi dell'umore (di tipo sia depressivo sia maniacale) risultano prevalentemente disturbate le fasi intermedie (frammentazione) e tardive (come il risveglio precoce nei pazienti depressi). Le alterazioni del sonno nella schizofrenia risultano nel complesso modeste, limitate a una percentuale non significativa di pazienti e aspecifiche. Fondamentale appare, in tale contesto, un'adeguata e congrua terapia del disturbo psichiatrico primitivo, sia sotto il profilo psicofarmacologico (benzodiazepinico, antidepressivo o neurolettico); sia, laddove necessario, psicoterapico.
5) Insonnia da movimenti periodici nel sonno (mioclono notturno). È caratterizzata da contrazioni muscolari stereotipate, periodiche, in una o entrambe le gambe, che intervengono durante il sonno, prevalentemente durante le fasi meno profonde, e che consistono nell'estensione dell'alluce, nella dorsiflessione della caviglia, talora seguite da flessione del ginocchio e dell'anca, della durata di 0,5-5 secondi e con una periodicit à di 20-40 secondi, per una durata complessiva di alcune ore. Il trattamento dovrebbe essere riservato ai pazienti con alterazioni della struttura e della continuit à del sonno e si avvale di presidi farmacologici come farmaci dopaminergici (L-dopa, bromocriptina, selegilina, inibitori delle MAO-B) e benzodiazepine (in particolare clonazepam) e gli oppioidi.
6) Sindrome delle gambe senza riposo. È caratterizzata da una sensazione interna, sgradevole, localizzata tipicamente tra il ginocchio e la caviglia, solitamente bilaterale (ma sporadicamente con una prevalenza di un arto), che insorge a riposo nella tarda serata e specialmente nella fase di rilassamento muscolare che precede il sonno. La sintomatologia viene alleviata solo dal movimento e a volte risulta talmente intensa da determinare la necessit à di alzarsi, camminare e posare il piede su una superficie fredda. L'incidenza, pari al 5%, risulta aumentata in corso di gravidanza (11-27%) e di anemia sideropenica (24-42%); sovente risulta associata a mielopatie o neuropatie e all'assunzione di farmaci (neurolettici, caffeina, beta-bloccanti). Il trattamento si avvale di benzodiazepine (clonazepam, alprazolam, triazolam, temazepam), dopaminergici (L-dopa, bromocriptina), oppioidi (a basse dosi e nei casi pi ù severi).
7) Insonnia da abuso di sostanze psicoattive. Le sostanze cui è stata correlata l'insorgenza di i., spesso indotta mediante meccanismi diversi, appartengono sia al gruppo degli stimolanti (amine simpaticomimetiche, cocaina, nicotina e metilxantine, per blocco dei meccanismi inibitori o sollecitazione di meccanismi eccitatori) sia dei depressori del SNC (barbiturici, benzodiazepine e alcool, attraverso una disorganizzazione del pattern fisiologico, per abuso o al momento della sospensione delle stesse, per meccanismi farmacocinetici intrinseci al farmaco stesso). La terapia di tale disturbo prevede non soltanto la sospensione della sostanza in questione, ma la parallela presa in carico terapeutica del disturbo psichiatrico concomitante.