Hillmann, James
Hillmann, James
Psicoanalista statunitense (Atlantic City, Delaware, 1926), fondatore del Dallas Institutes for Humanities and Culture, figure tra le pi ù originali degli ultimi anni e tra interpreti pi ù autorevoli della psicologia del profondo di Jung. Nelle sue opere principali, Il mito dell'analisi (1972), Re-visione della psicologia (1975), Anima (1985), H. propone un complesso tentativo di rilettura della psicologia che sfocia in una radicale reinterpretazione della cultura occidentale. Secondo H. l'opera di Jung è stata decisiva nell'indicare la via di una critica al sapere occidentale volta allo smascheramento dei tratti riduttivisti tipici di una visione razionalistico/analitica della natura umana centrata sull'io e sul linguaggio. Sono gli elementi che hanno modellato l'Occidente e lo hanno profondamente curvato in direzione di ci ò che H. definisce fare Io . Estremizzando la lezione di Jung, viene annunciata la necessit à del recupero di una dimensione dimenticata, mitico-poetica e metaforica, irriducibile alle ipotesi tradizionali sulla natura della soggettivit à: una zona posta tra corpo e spirito, uno spazio di significati attraverso cui la realt à stessa possa essere considerata come simbolo. Al culto occidentale dell'Io, che è stato anche culto della scienza e della logica, viene contrapposto un dirompente fare Anima che sottragga il soggetto all'illusione dell'autocoscienza e del dominio sul tratto fantasmatico della psiche. L'Anima, secondo H., è originariamente immagine, arte, simbolo, logos nel senso eracliteo, archetipo della psiche stessa, dunque mito, da cui la postulata necessit à del ritorno alla Grecia (Saggio su Pan). In questa prospettiva, gli archetipi dell'inconscio collettivo gi à studiati da Jung rappresentano le forme stesse della nostra immaginazione. Ma proprio l'immaginazione per H. va intesa come forza trans-individuale e pervasiva della nostra interiorit à e cultura: gli individui sono immaginati dagli archetipi. Lo stesso concetto di inconscio è ridefinibile, dunque, come memoria archetipica e luogo di proliferazione di simboli. Conseguentemente con queste premesse, la psicologia mitica di H. dissolve nettamente ogni idea di trattamento psicoterapeutico: l'Anima costituisce l'infinita pluralit à di figure che la ricerca psicologica ha soltanto il compito di lasciar emergere.