Fenichel, Otto

Fenichel, Otto
Psichiatra e psicoanalista austriaco (Vienna, 1897 - Los Angeles, 1946). Dal 1924 insegnò all'istituto di psicoanalisi di Berlino; nel 1937 emigrò negli Stati Uniti, dove fu docente fino alla morte all'Istituto di Los Angeles. Considerato il pioniere della psicoanalisi, il suo ruolo è stato principalmente quello di decodificare e risistematizzare tutto il pensiero freudiano. Ma F. criticò anche la teoria freudiana delle pulsioni formulandone una lui stesso che negava ogni valore al concetto di istinto di morte e sottovalutava il ruolo dell'odio e dei suoi derivati a favore del principio di piacere. Nei suoi libri Lineamenti di psicoanalisi clinica (1834) e Trattato di psicoanalisi delle nevrosi e delle psicosi (1951), tuttora considerati due classici della psicoanalisi, si possono intuire le aspirazioni di F. ad una psicoanalisi sociale: Le nevrosi non si manifestano per necessità biologiche, sono malattie sociali. È importante la sua concezione dell'aggressività, che per lui non è primaria (pulsionale), ma una disposizione comportamentale avente come scopo la ricerca di autostima e la soddisfazione di bisogni e desideri, laddove altri comportamenti adottati in passato non si sono rivelati produttivi, o dal momento che la persona, in forza della sua personale storia evolutiva, non possiede altri strumenti comportamentali oltre a quelli aggressivi. Nel suo scritto Problemi di tecnica psicoanalitica (1975), F. si dimostra un sensibile clinico molto attento al materiale associativo del paziente. In questa monografia si illustra come un analista dovrebbe interpretare il vissuto del paziente onde evitare che la seduta si trasformi in una mera conoscenza verbale dei movimenti dell'inconscio.