Disturbo schizotipico

Disturbo schizotipico
La personalità schizotipica compare per la prima volta come entità diagnostica nel DSM-III nel 1980. L'ICD-10 non considera questa condizione come disturbo di personalità, includendola invece nella sezione comprendente schizofrenia e disturbi schizotipici e deliranti. Il DSM-IV-R descrive il d.s. come un quadro pervasivo di deficit sociali e interpersonali, accentuati da un disagio acuto, da una ridotta capacità per le relazioni strette, da distorsioni ed eccentricità comportamentali. Sono presenti idee di riferimento, credenze strane o pensiero magico, che influenzano il comportamento e sono in contrasto con le norme subculturali, esperienze percettive insolite, incluse illusioni corporee, pensiero e linguaggio strani, eccentrici, peculiari, nessun amico stretto, eccessiva ansia sociale che non diminuisce con l'aumento della familiarità. In seguito a eventi stressanti si possono verificare episodi psicotici transitori, con deliri e allucinazioni che si esauriscono in breve tempo, di solito con ritorno ai livelli precedenti di funzionamento. Sebbene l'interazione sociale sia scarsa, si possono verificare aggregazioni in particolari gruppi di emarginazione sociale, come ad esempio le sette. Il termine è stato coniato per caratterizzare individui dotati di una predisposizione genetica alla schizofrenia con l'intento di delineare una schizofrenia borderline. I criteri sono stati dedotti empiricamente dallo studio dei familiari di pazienti schizofrenici che manifestavano caratteristiche collegate con la schizofrenia. Gli studi condotti finora sembrano dimostrare l'esistenza di un legame genetico tra schizofrenia e d.s. Solo una piccola parte sviluppa schizofrenia, mentre il disturbo sembra essere più frequente fra i consanguinei di primo grado degli individui affetti da schizofrenia. Gli individui affetti da d.s. tenderebbero, inoltre, a sposarsi tra loro. Si manifesta nel 3% circa della popolazione. Tra gli studi volti alla ricerca di un legame biologico con la schizofrenia, quelli sui movimenti di inseguimento oculare (SPEM), che possono essere considerati un marker della funzione neurointegrativa, presentano alterazioni nei soggetti schizofrenici e nei loro familiari. Questo potrebbe riflettere un'inefficacia nel reclutamento dei sistemi neuronali in risposta agli stimoli esterni, possibile base neurofisiologica della diminuita capacità di questi soggetti di relazionarsi col mondo circostante. Gli studi psicodinamici al riguardo non sono rilevanti, poiché il d.s. è collegato geneticamente alla schizofrenia. Per quanto riguarda l'approccio terapeutico, è necessario ricordare che i soggetti in questione giungono all'osservazione specialistica spesso per altri disturbi associati, come ad esempio l'abuso di sostanze. La terapia farmacologica contempla l'utilizzo di antipsicotici durante gli episodi psicotici acuti. L'approccio psicoterapeutico, pur raggiungendo progressi, mira all'introiezione di una buona relazione terapeutica piuttosto che all'interpretazione del conflitto.